Politica interna
Caso Guidi: il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, travolta dallo scandalo Tempa Rossa, rivelato ieri nel primo pomeriggio, si è dimessa. La decisione è arrivata dopo la pubblicazione di un’intercettazione con il compagno, l’imprenditore Gianluca Gemelli, nella quale viene fatto riferimento ad un emendamento a suo favore fatto inserire dalla Guidi nella legge di Stabilità 2015. La telefonata era stata intercettata dalla Procura di Potenza, in un filone parallelo all’inchiesta sulla gestione dei rifiuti nel centro Eni in Basilicata nel quale è indagato lo stesso Gemelli e relativo al pozzo di Tempa Rossa nella Val d’Agri. Nell’ambito di questa inchiesta sono stati arrestate ieri sei persone, tra i quali alcuni dipendenti dell’Eni. Federica Guidi ha scritto a Matteo Renzi, in viaggio in America, per comunicargli la sua decisione, pur difendendo la correttezza del suo operato e la sua assoluta buona fede; il premier ha accettato le dimissioni del ministro, condividendone le ragioni di opportunità politica.
Roma: Ignazio Marino decide di non candidarsi alle elezioni a sindaco della Capitale, suggerendo che la scelta cada su una donna o un uomo della società civile. Berlusconi, secondo chi gli è vicino, è molto preoccupato sull’evolversi della campagna elettorale di Roma, tanto da convocare ad Arcore Guido Bertolaso, il candidato ufficiale a sindaco di Forza Italia, scaricato però da Salvini e dalla Meloni. L’ex cavaliere è stato molto franco con Bertolaso, ricordandogli come i sondaggi stiano andando male per lui, ma l’ex capo della Protezione civile ha chiesto ancora un po’ di tempo, fino al 15 aprile, prima di un eventuale ritiro dalla corsa alla candidature. Berlusconi ha chiesto a Bertolaso di collaborare maggiormente con gli uomini del partito, che sanno come si conduce la battaglia su Roma; se non sono dei tutor, poco ci manca, e le figure individuate sono quella del già commissario europeo Tajani e di Francesco Giro, a lungo coordinatore laziale degli azzurri. Inoltre a Bertolaso verrà affiancato un comunicatore, un giornalista da cercare nella rete berlusconiana, perché il leader di FI è apparso irritato dalle frequenti gaffe del suo candidato.
Politica estera
Libia: la prima riunione del nuovo esecutivo si è svolta ieri tra le mura di una base navale per l’occasione blindata, segnale che la strada da percorrere per i nuovi ministri del Governo libico di accordo nazionale è tutta in salita. Al centro dell’agenda la sicurezza delle istituzioni nella capitale; ancora da capire come poter raggiungere questo obiettivo, visto che sia il governo islamico di Tripoli che una consistente parte del parlamento di Tobruk, che rispettivamente controllano la Tripolitania e la Cirenaica, sono ancora ostili al nuovo Governo, sostenuto invece dall’Onu e dalla comunità internazionale. Ieri il ministro degli esteri italiano Gentiloni ha avuto un colloquio telefonico con il premier designato al Sarraj, che ha riferito come il quadro della situazione libica resti segnato da evidenti tensioni; ma il neopremier ha confermato la sua determinazione di procedere nel dialogo con tutte le parti libiche per avviare la stabilizzazione del Paese.
Marò: è forse arrivata ieri la svolta nella vicenda dei due fucilieri di Marina, accusati dell’omicidio di due pescatori scambiati per pirati, avvenuto il 12 febbraio del 2012. Aumentano le probabilità che Salvatore Girone rientri in Italia in tempi brevi , forse entro un mese. Ieri all’Aja, rispondendo alla domanda di uno dei giudici arbitrali su cosa sarebbe accettabile per loro, il rappresentante politico del governo indiano ha chiesto “l’assicurazione che sia garantita la presenza di Girone” a Delhi se il tribunale decidesse che il processo si svolgerà lì. Si tratta di un’indiscutibile apertura alla posizione italiana, i cui avvocati avevano garantito non solo il rispetto di ogni decisione futura del tribunale, ma anche la disponibilità a fornire garanzie, come il controllo del passaporto del marò e la verifica dei suoi movimenti se tornerà in Italia. Non siamo ancora al via libera a Girone per rientrare, ma è la prima volta che un governo indiano fa un passo per sbloccare una situazione che si trascina da quattro anni.
Economia e Finanza
Dollaro/euro: pur non essendo obiettivo della Banca centrale europea governare il tasso di cambio, un euro troppo forte, o troppo debole, rappresenta una variabile chiave per il conseguimento della stabilità dei prezzi. Alla luce dei problemi di deflazione in cui versa l’area euro l’apprezzamento della moneta unica, risalita ieri fino a 1,14 dollari, non può certo essere una buona notizia per Mario Draghi. Un balzo sui massimi da cinque mesi, proprio nel giorno in cui Eurostat ha certificato un nuovo calo dell’indice dei prezzi al consumo, -0,1%, e poche settimane dopo il taglio dei tassi di interesse e il rafforzamento dei Quantitative easing, misure che in teoria avrebbero dovuto svalutare la moneta unica e che invece non lo hanno fatto, visto che dal giorno del direttivo della Bce l’euro ha guadagnato il 3,3% sul dollaro.
Confindustria: il consiglio generale dell’organizzazione degli industriali ha scelto Vincenzo Boccia quale presidente designato a succedere a Giorgio Squinzi. Il voto, effettuato a scrutinio segreto, ha sancito la vittoria dell’amministratore delegato di Arti Grafiche Boccia, l’azienda di famiglia, sull’altro candidato in corsa, il ceo di Ima nonché presidente di Unindustria Bologna Alberto Vacchi, per 100 voti contro 91. Il presidente uscente Giorgio Squinzi ha definito l’elezione del suo successore “grande prova di democrazia”, auspicando che, superata la prova dei numeri, Confindustria resti unita. Lo sconfitto ha rivolto a Boccia i migliori auguri per il suo futuro in una Confindustria che “ha bisogno di rinnovamento”. Il neo presidente immediatamente dopo l’esito della votazione ha detto “Le complessità e le difficoltà che abbiamo di fronte non ci concedono il lusso di litigare”, ed ha aggiunto che fino al 25 maggio, giorno dell’insediamento ufficiale, non parlerà ma ascolterà molto Squinzi.