Politica Interna
Renzi: Comunque vada il referendum Renzi è convinto che nuove elezioni si svolgeranno soltanto nel 2018. Intervenuto a un dibattito con Paolo Del Debbio al Caffè della Versiliana a Marina di Pietrasanta, il premier ha ribadito che è stato un errore personalizzare la votazione sulla riforma costituzionale. Ecco perché Renzi si concentrerà d’ora in poi a sottolineare gli aspetti positivi che la sua introduzione porterebbe al sistema politico italiano. “Chi vota sì, vota per tagliare le poltrone, chi vota no si tiene il Paese che ha ora” il riassunto del pensiero renziano, che scommette in un voto favorevole da parte degli elettori di M5S e Lega. Sul contrasto con l’Anpi Renzi tenta il rilancio, invitando il presidente dell’Anpi Smuraglia a una festa dell’Unità in Emilia Romagna per un confronto sulle ragione del Sì e del No. Il premier non si è risparmiato su D’Alema che se “avesse impiegato un decimo del tempo che spende per attaccare me per attaccare Berlusconi” la situazione politica attuale sarebbe migliore. Nel frattempo Fassino, intervistato da Repubblica, ha ribadito di essere favorevole al Sì lanciando l’allarme sul fallimento del Pd, che rischierebbe di portare al baratro l’Italia.
Maroni: In un’intervista al Corriere della Sera, il governatore della Lombardia Maroni ha confermato che le sue opinioni differiscono da quelle di Salvini, specificando però che per la Lega è normale accettare punti di vista diversi. Il discorso di Mattarella ad esempio gli è piaciuto, soprattutto in quella che Maroni ha giudicato una velata critica alla gestione del problema migranti da parte della Ue e del governo. O anche sulle posizioni nei confronti di Parisi, che Maroni guarda con curiosità nonostante gli abbia attribuito una partenza non particolarmente brillante. Ma nonostante queste divergenze il governatore lombardo ha affermato che non metterà mai i bastoni tra le ruote a Salvini. Sulle alleanze future Maroni si è detto contento del ritorno in politica di Berlusconi, che sarà sicuramente un alleato chiave, mentre ha specificato che con i centristi l’unico scoglio consiste nel loro appoggio al Sì per il referendum.
Politica Estera
Turchia: Nella serata di sabato un feroce attentato a Gaziantep, Turchia, ha causato la morte di 51 persone, con 69 feriti di cui 17 gravi. La zona dove è avvenuta l’esplosione era molto affollata per via di una festa di matrimonio. Tra i dettagli più terribili è emerso che l’attentato è stato probabilmente eseguito da un bambino tra i 12 e 14 anni, che si è intrufolato nella festa indossando ordigni esplosivi. Nonostante l’Isis non abbia rivendicato l’attentato, è stato lo stesso presidente Erdogan a dichiarare che dietro alla carneficina c’è l’organizzazione terroristica, che è stata paragonata al Pkk curdo e a Feto, il gruppo guidato da Gulen. Gaziantep è una città dove i curdi sono presenti in gran numero e che negli ultimi tempi è sospettata di essere sotto l’influenza dell’Isis, così come ha dichiarato una deputata del Chp, Partito repubblicano del Popolo. I curdi hanno risposto a Erdogan, attribuendogli le colpe per aver alimentato un clima di violenza verso la minoranza etnica.
Ventotene: Proprio dove Altiero Spinelli e Ernesto Rossi scrissero il manifesto europeista si incontreranno oggi Renzi, Merkel e Hollande. Il programma prevede una visita alla tomba di Altieri da parte dei leader, che poi si recheranno sulla portaerei Garibaldi dove si terrà l’incontro. Il tema principale sarà sicuramente l’immigrazione, costante spina nel fianco dell’Italia, ma che secondo Renzi riguarda tutta l’Europa, ricordando che la Germania ha avuto “otto, nove volte gli arrivi che abbiamo avuto noi”. La soluzione passerà però dalla creazione di ponti e non dalla costruzione di muri, come ha recentemente suggerito Mattarella. Altro tema trattato sarà quello della cultura, con la proposta da parte dell’Italia di escludere gli investimenti dai vincoli dell’Unione. Anche la Turchia sarà al centro dell’incontro, con Renzi che ha ribadito che “ci sono valori non negoziabili come la libertà di stampa e di espressione”.
Economia e Finanza
Boccia: Il presidente di Confindustria si è recato al meeting di Cl a Rimini per offrire le sue proposte per il rilancio dell’Italia. Sarà importante “partire dall’offerta non dalla domanda”, con un focus sulla crescita del paese per abbattere debito e deficit. Boccia si trova quindi d’accordo con le proposte avanzate dal ministro Calenda e chiarisce che si dovranno fare scelte nette perché con le risorse a disposizione non si potranno soddisfare tutte le richieste. Il governo dovrà quindi concentrarsi su produttività e investimenti privati così da “riattivare il circolo virtuoso dell’economia, più investimenti, più occupazione, più domanda interna”. Boccia ha ribadito lo schieramento di tutta Confindustria al Sì per il referendum, rivendicando la necessità di fare politica anche da parte delle associazioni non direttamente legate al mondo politico.
Manovra: Il taglio delle tasse non avverrà prima del 2018 ma il governo parrebbe intenzionato a introdurne le misure chiave già nella prossima manovra. La stessa operazione era stata effettuata per il taglio Ires, deciso nella manovra 2015, ma attivo a partire dall’1 gennaio 2017. Rimane però il dubbio su come orientarsi, con due strade possibili. La prima prevede il taglio delle aliquote Irpef, con un occhio privilegiato alla classe media limando il dislivello che si crea sulle tassazioni dopo i 28 mila euro. A riguardo il vice ministro dell’Economia Zanetti ha proposto una tassazione unica al 27% per i redditi da 15 mila a 75 mila euro, proposta che richiederebbe 12 miliardi. La seconda strada consisterebbe nella fiscalizzazione degli oneri sociali, evitando perdite sulle pensioni future. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Nannicini avrebbe suggerito come soluzione un taglio di sei punti del cuneo fiscale, tre dei quali alla fiscalità generale e tre che comporterebbero una riduzione delle pensioni, lasciando però aperta la possibilità di avvalersi dei fondi pensione. Questa proposta costerebbe 6 miliardi, mentre un taglio diretto di 4-5 punti del cuneo richiederebbe maggiori risorse che al momento non sembrano disponibili.