“Lo scorso 23 luglio mi sono sentito minacciato come nell’attentato che ho subi’to a maggio”. Lo ha detto Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi in Sicilia, intervistato durante la registrazione di “Petrolio”, la trasmissione di Rai Uno in onda stasera alle 23.20. La prima puntata della nuova stagione e’ dedicata al turismo, alla bellezza e al degrado delle coste italiane, ma anche a quelle persone che si espongono in prima linea a difesa del territorio, a costo della propria vita. Nello studio di via Teulada a Roma, Antoci racconta del tentativo di intimidazione che ha subito questa estate. “Mia moglie, che ha un cognome omonimo a una famiglia mafiosa importante, e’ stata calunniata da un blog, dove si scriveva che l’eroe dell’antimafia siciliana e’ sposato con la nipote di un capomafia – prosegue -. Accanto all’articolo c’era la foto di questo capomafia. Dopo pochi minuti su un altro blog e’ apparsa la notizia che Antoci e’ il nipote dei responsabili della strage di Capaci, con la mia immagine pubblicata accanto a quella degli autori della strage”. Per il presidente del Parco siciliano, sfuggito a un attentato di stampo mafioso solo pochi mesi fa, il cognome della moglie e’ stato utilizzato chiaramente a scopo intimidatorio. “Stavamo andando a un matrimonio e mia moglie e’ finita al 118: vederla cosi’ umiliata e’ stato peggio di quel che ho provato quella notte”. Antoci racconta poi di aver gia’ querelato i siti internet responsabili delle calunnie e poi aggiunge: “io non mi fermo”.