Politica interna
Renzi: Matteo Renzi incassa il pieno appoggio dell’America di Obama, minimizza l’impatto delle critiche che piovono dall’Italia e cerca di utilizzare anche questo trampolino transatlantico nel rapporto coi partner della Ue. Lo fa, prima in una conferenza alla Johns Hopkins University e poi in un incontro con i giornalisti. “L’Unione europea va su Marte ma non riesce ad affrontare la questione migranti”, dice il premier che aggiunge di aspettarsi una procedura di infrazione della Ue “per i Paesi che, dopo essersi impegnati, non hanno fatto la ‘relocation’ dei migranti, non certo per l’Italia. Che, tra l’altro, con la nuova legge di Stabilità rispetta tutte le regole europee, comprese quelle che non condivide”. Renzi si difende anche dall’accusa di aver combinato l’incontro negli States per dare un appoggio al governo alla vigilia del referendum, sostenendo che “Barack ha parlato rispondendo a domande di voi giornalisti, si è trattato di poche frasi in una giornata di colloqui su tutto. Capisco l’ipersensibilità italiana, ma dal punto di vista di Obama è normale dare pieno appoggio a un governo alleato”. Ora il premier è atteso al vertice di Bruxelles, dove cercherà di porre di nuovo le questioni delle politiche della crescita economica e dell’accoglienza dei rifugiati.
Mafia Capitale: Si è avvalso della facoltà di non rispondere Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, nel corso della 130esima udienza del maxi processo Mafia Capitale. Chiamato in causa come testimone di Buzzi, il ras delle cooperative rosse, il numero uno della Regione ha deciso di non rendere testimonianza, essendo coinvolto in un procedimento penale connesso a Mafia Capitale ormai in fase di archiviazione. Una scelta che ha scatenato la polemica del M5S. “Come da me preannunciato – dice il capogruppo M5S al consiglio regionale Devid Porello – il presidente Zingaretti si è avvalso della facoltà di non rispondere, forse ispirato dalla figuraccia della sua collega Michaela Campana. Stupisce che il presidente da un lato lamenti di essere stato calunniato da Buzzi e dall’altro utilizzi questa circostanza per non fornire i chiarimenti richiesti”. Zingaretti si difende con un comunicato: “Ho denunciato Buzzi, testimonierò nel suo processo per calunnie”.
Politica estera
Elezioni Usa: Donald Trump continua con sovversiva coerenza la sua campagna elettorale. Ieri, ancora prima di affrontare a Las Vegas il terzo e ultimo dibattito presidenziale con Hillary Clinton, ha chiamato i suoi sostenitori a “vigilare” davanti ai seggi e se possibile partecipare direttamente agli scrutini del prossimo 8 novembre. “Ci vogliono rubare le elezioni”, ha twittato più volte. Una provocazione che scatena le ennesime polemiche sul candidato repubblicano. Il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha riferito che il presidente Obama teme “un’esplosione di violenza” se Trump dovesse perdere l’8 novembre. Intanto l’ultimo sondaggio, diffuso alla vigilia del confronto, assegna a Hillary Clinton il 47% dei voti, nove punti in più del tycoon, accreditato del 38%. Il Washington Post, invece, ha condotto una ricerca sui 15 Stati tradizionalmente più contesi. Clinton è in testa in nove di questi, con margini tra gli 11 e i 4 punti percentuali, mentre Trump guida negli altri sei, ma con distacchi contenuti, tra il 2 e il 5%. Secondo i calcoli del quotidiano la prima avrebbe 304 grandi elettori, il secondo 138 (la soglia per vincere è 270).
Vertice di Berlino: Dopo quattro anni di assenza, il leader russo Vladimir Putin torna a Berlino per incontrare il presidente ucraino Petro Poroshenko, la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande. Un incontro convocato per fare il punto sull’implementazione dell’accordo di Minsk siglato un anno fa, che avrebbe dovuto riportare la pace nell’Est dell’Ucraina e che non ha del tutto rispettato le attese, visto che nelle regioni del Donbass si registrano ancora combattimenti e scontri. L’incontro di Berlino è stato anche la prima occasione di fronteggiare Mosca sulle sue responsabilità nella situazione in Siria, soprattutto nei bombardamenti su Aleppo. La convocazione di Putin è una conferma della volontà tedesca di tenere in vita i rapporti con il leader russo, tuttavia la Germania è anche la più decisa nell’insistere a procedere con nuove sanzioni contro la Russia a causa del suo ruolo a fianco del regime di Bashar Al-Assad. Per il momento la decisione di nuove sanzioni resta congelata, anche perché in Europa non c’è un consenso unanime, a partire dalla contrarietà italiana. La questione-Russia verrà discussa anche questa sera durante il vertice europeo di Bruxelles.
Economia e Finanza
Legge di Bilancio: Oltre 40 articoli che vanno dalla riapertura della voluntary alla lotta all’evasione Iva, con le comunicazioni dei dati di tutte le fatture, e l’addio a tappe degli studi di settore. Il decreto legge oltre alle misure di natura fiscale, inoltre, è pronto a imbarcare anche le norme per coprire le cosiddette spese indifferibili di fine anno, tra cui il finanziamento con 600 milioni di euro del fondo occupazione, 600 milioni per le spese di prima accoglienza dei migranti, 925 milioni destinati al fondo Pmi agroalimentare. Complessivamente si tratta di oltre 2 miliardi, di cui 500 milioni coperti con un taglio lineare sugli stanziamenti dei ministeri e 1,5 miliardi con il Fondo di Palazzo Chigi. Per quanto concerne gli studi di settore, a partire dal prossimo anno verranno sostituiti dagli indici di affidabilità fiscale di imprese e lavoratori autonomi. Successivamente un decreto del ministero dell’Economia fisserà modalità e termini per l’eliminazione progressiva della rilevanza ai fini dell’accertamento tanto degli studi di settore quanto dei parametri. Sul fronte delle semplificazioni fiscali, invece, il decreto punta a ridurre gli oneri da adempimento eliminando soprattutto alcuni obblighi di comunicazione e dichiarativi o ricorrendo alle nuove tecnologie, come la posta elettronica certificata.
Cina/Ue: A ridosso di un vertice europeo nel quale i Ventotto devono discutere della loro politica commerciale, la Commissione europea ha lanciato ieri un appello ai Governi perché approvino una modernizzazione della difesa commerciale europea. L’Esecutivo comunitario ritiene che gli strumenti di difesa commerciale dell’Unione “debbano essere imperativamente aggiornati, rafforzati e resi giuridicamente più solidi”. Due sono i temi sul tavolo: quello della nuova metodologia nel calcolo dei dazi anti-dumping, da cui dipenderà la scelta di concedere o meno alla Cina lo status di economia di mercato, concessione che non piace all’establishment industriale, e quello dell’eliminazione dei tetti ai dazi anti-dumping, la cosiddetta Lesser Duty Rule.