Contro il degrado e il consumo del suolo e per sostenere uno sviluppo ecosostenibile del territorio il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale (DISPAC) dell’Università degli Studi di Salerno, in collaborazione con Legambiente e il Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Salerno, hanno presentato presso l’Ateneo di Fisciano, la proposta progettuale di un “Ecomuseo del paesaggio agrario della Piana del Sele”.
Si è trattato di un percorso formativo, tenuto presso l’Ateneo salernitano tra il 2014 e il 2015 e frequentato da studenti della laurea triennale in Beni Culturali, del corso di laurea magistrale in Archeologia e Culture antiche e della Scuola di Specializzazione post laurea in Beni Archeologici, ovvero dai futuri archeologi e operatori dei BBCC, per sottolineare come sia importante non disgiungere la valorizzazione dallo studio scientifico dei contesti e come sia opportuno metodologicamente far dialogare tutte le informazioni disponibili di un territorio.
Partendo dallo studio delle dinamiche geomorfologiche che hanno storicamente interessato la fascia costiera della Piana del Sele dei Comuni di Pontecagnano Faiano, Battipaglia, Eboli e Capaccio Paestum e dalla raccolta dati relativa alla situazione corrente, in termini di erosione, utilizzo del suolo, carico antropico, capacità ricettiva, afflusso turistico, qualità delle acque di balneazione, mobilità, è stato individuato il potenziale culturale del comparto: un patrimonio storico ‘diffuso’, all’interno di un paesaggio interessato da produzioni di qualità, sia agricole che zootecniche, con una buona capacità di attrazione turistica, legata alla risorsa mare e alla presenza di importanti Musei Archeologici Nazionali, Pontecagnano, Eboli e Paestum.
Come mettere in rete queste straordinarie risorse del territorio?
La traccia individuata dagli studenti per offrire al turista la possibilità di esplorare il paesaggio e con esso di interpretare le dinamiche insediative che lo hanno interessato e che oggi si materializzano attraverso siti archeologici, masserie fortificate, torri costiere e/o tabacchifici, è l’insieme dei siti di interesse geologico, che ora il DISPAC si accinge a candidare presso l’ISPRA per il riconoscimento ufficiale a geositi.
Un Ecomuseo, pertanto, il modello di riferimento, che a queste latitudini trova la propria materializzazione in tutti quegli elementi di eccellenza, che consentirebbero al paesaggio di raccontarsi storicamente, nonché attraverso la scoperta delle attività che lo interessano, nella fattispecie individuando come interlocutore preferenziale la rete delle aziende agricole e zootecniche disseminate tra Pontecagnano e Capaccio-Paestum, per offrire anche modalità diversificate di visita: ad esempio attività di volontariato ambientale, trekking, piccole imbarcazioni, bicicletta, per citarne qualcuna.
Presenti alla presentazione del progetto i docenti del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno e un centinaio di studenti dei corsi di laurea triennale e magistrale. Coordinati dal presidente regionale di Legambiente, Michele Buonomo, hanno preso la parola il direttore del DISPAC prof.ssa Mariagiovanna Riitano, il presidente del circolo di Legambiente Battipaglia, Alfredo Napoli, il responsabile del progetto prof. Fausto Longo, la coordinatrice del progetto dott.ssa Valentina Del Pizzo, alcuni degli studenti che hanno partecipato al corso ed hanno collaborato alla stesura dell’idea progettuale (dottori Gerardina Galdi, Gioacchino Ferrigno, Marina Ferrentino, Stefania Giuliano e Maria Antonietta Brandonisio) e la presidente nazionale Scuola e formazione, Vanessa Pallucchi.