Davanti alle cartelle esattoriali i cittadini di tutti i comuni saranno uguali. A fare la differenza potrebbe non essere più il ruolo o l’ingiunzione di pagamento. Ma soltanto il proprio consiglio comunale. Con un emendamento del Pd, primo firmatario Michele Pelillo, la maggioranza punta ad allargare a tutti i Comuni la possibilità di accedere alla definizione agevolata delle cartelle. Con una doppia chance di scelta lasciata alla discrezionalità del municipio la proposta di modifica (6.6), sostenuta anche dal Governo, consente agli enti locali: da una parte di deliberare l’applicazione della sanatoria anche ai «crediti di propria spettanza» oggi recuperati con l’ingiunzione di pagamento; dall’altra di comunicare online all’agente della riscossione entro il 28 febbario ao17 la decisione di non partecipare alla sanatoria.In questomodo si provano a superare i rilievi mossi nell’audizione dei giorni scorsi proprio dall’Anci, secondo cui oggi la norma del Dl è limitata solo alla riscossione coattiva a mezzo ruolo ed è imposta dall’alto senza lasciare spazio decisionale a quei comuni che non vogliono aderire alla sanatoria in virtù del loro grado di compliance normalmente registrato e l’efficacia delle azioni di recupero dell’evasione condotte sul territorio. L’adesione alla sanatoria dei 4.500 comuni che oggi non riscuotono attraverso Equitalia aprirebbe la strada alla chiusura delle cartelle esattoriali relative non solo alle violazioni del codice dellastrada ma anche ai tributi locali non pagati come i classici Ici, Imu, Tasi o ancora tariffe e imposte sui rifiuti. Con un altro emendamento della maggioranza, a firma di Giulio Sottanelli (Sc-Ala), si punta far rientrare nella definizione agevolata anche a tasse e servizi maturati a tutto il 2015 delle Regioni.
da il Sole 24 Ore
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