Alla fine è tutta colpa di Facebook. O almeno il social network avrebbe aiutato in modo essenziale Donald Trump e la sua imprevedibile ascesa alla Casa Bianca. Proprio all’indomani della vittoria del miliardario il colosso ha ammesso che qualcosa non è funzionato. Diversi analisti infatti sostengono che Facebook abbia amplificato una serie di notizie e video non verificati e quasi sempre falsi che si sono poi diffusi a macchia d’olio sul social network. Il risultato? Il rafforzamento del candidato repubblicano, delle sue uscite da megalomane che hanno fatto presa sulle persone meno informate. Facebook da parte sua ha ammesso che le cose non hanno funzionato nel migliore dei modi. In una nota inviata ieri al sito di informazione tecnologica, TechCrunch, Adam Mosseri, vice-presidente esecutivo, ha sostenuto che il gruppo deve fare di più per affrontare questo problema, anche se non ha dato alcuna indicazione su come abbia intenzione di agire. “Trattiamo la disinformazione su Facebook in modo molto serio. Valorizziamo la comunicazione autentica e ascoltiamo in modo costante i consigli di chi usa Facebook e preferisce non essere vittima di disinformazione”, si legge nel comunicato di Mosseri, in cui si sottolinea che Facebook continua a essere impegnato su questo fronte