Ore 17.30 – Nàlbero – Rotonda Diaz – Store Mondadori
Interviene: Ada Natale
Voce narrante: Luisa Passerotti
Alisa e Buba sono sicari freelance.Spietati al punto giusto, professionisti del crimine, lavorano insieme come Bonnie and Clyde di casa nostra, al soldo della Camorra. Stupri, assassini, vendette, la cornice è Napoli, ma non quella di Scampiao di Pizzofalcone. “Fore Morra” di Diego Di Dio è ambientato invecenella periferia lurida del litorale domizio, dove i Campi flegrei lasciano il passo alla famigerata contrada dei Mazzoni, una zona dove la nota dominante è l’abbandono e la risorsa mare ha mancato ogni appuntamento con lo sviluppo di attività turistiche degne del nome.Eccoci a Castelvolturno, una realtà che non è mai riuscita a inventarsi un futuroda California del Sud Italia, pur avendone i requisiti naturali.Capitale invece di un degrado insostenibile, con tanta spiaggia a distesa d’occhio,la retrostante macchia mediterranea che si erge a mo’ di terrazzasempreverde, dove la piana del Volturno ambirebbe a nutrirsidi azzurroe invece sbatte il muso al calar della notte contro i fuochi fatui della prostituzione, i ricchioni tristi, gli immigraticome vuoti a perdere ai bordi della Domiziana.
La trama gira intorno a una molla vagamente manzoniana, il capriccio di un boss che, come don Rodrigo, si è “fissato”, e a tutti i costi vuolecatturare, viva, proprio la protagonista. Alisa, già di suo sopravvissuta chissà come a una infanzia di angherie, abusi e povertà.
Fuori dalla camorra è allora l’estrema scelta per sfuggire alla paranoia di un criminale.
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Diego Di Dio nasce, come Arturo, nell’isola di Procida tanto amata da scrittori e registi, nel 1985. A Napoli frequenta l’Università FedericoII, dovesi è laureato in Giurisprudenza ma – guarda un po’ il caso – con la tesi “Il mercato dell’editoria”, testo in seguito pubblicato dalla Primiceri Editore. L’anno dopo è a Roma, dove segue la scuola Oblique per redattori editoriali, mantenendosi nel frattempo con lezioni private e collaborazioni sporadiche con case editrici.Nel 2015 la svolta. Si mette in proprio, fondando l’agenzia letteraria Saper Scrivere, per la quale adesso lavora a tempo pieno. Infine la scelta di vivere, alla maniera di Pino Daniele, a metà strada tra le due metropoli: a Formia,dove si stabilisce con la sua compagna, due bimbi e un maltese di nome Bob.
“La scrittura e la narrativa – dice – sono sempre state le mie passioni maggiori e attualmente sono il mio lavoro. Le mie giornate? Le trascorro davanti al pc…”. Come scrittore ha pubblicato, con il Giallo Mondadori, i racconti “I dodici apostoli”, “Il canto dei gabbiani” (menzione d’onore al Gran Giallo Città di Cattolica) e “L’uomo dei cani”. Ha vinto, per due volte, il premio Writers Magazine Italia, con i racconti “C’è ancora tempo” e “Il trampolino”. Ancora: è primo classificatoa il Nero Premio, con il racconto “Il coltellaio” e al premio Mario Casacci (Orme Gialle)con il racconto “La signora”. Ha pubblicato, con la Delos Digital, i racconti thriller “Scala reale”e “Labambina della pioggia”. Risale al 2013, invece, la raccolta noir “È tempo sprecato uccidere i morti (Dunwich Edizioni).
Adora Gomorra, la serie. Considera Frank Miller un idolo e ha una specie di venerazione per Stephen King e Dennis Lehane (quello di “Shutter Island”). “Fore morra” è la sua prima prova da romanziere.