“Il premio per la Pace all’Ican, che promuove il Trattato per abolire le armi atomiche”. Pochi minuti prima dell’annuncio a Ginevra squilla il telefono nell’ufficio di Beatrice Fihn, 37 anni, segretario esecutivo di Ican, International Campaign to abolish nuclear weapons. E’ una chiamata da Oslo: avete vinto il Premio Nobel per la Pace 2017. «Pensavo fosse uno scherzo», dirà più tardi Film ai giornalisti, per poi twittare: «Questo è surreale». Un movimento, questa è la motivazione del Premio, che ha avuto un ruolo trainante e «innovativo» nell’elaborazione del Trattato per l’abolizione degli ordigni atomici. «È il momento ideale per ricordare a tutti la necessità di aderire. Queste sono armi disumane e non sono sicure nelle mani di nessuno», ha dichiarato Fihn.