Di Enrica Procaccini
Confindustria torna in trincea. La manovra economica all’origine dello scontro frontale con il governo in carica, in particolare con la componente pentastellata. Dal palco del 33° convegno dei giovani imprenditori a Capri, quando da poche ore è calata la scure di Moody’s sul rating dell’Italia, il presidente Vincenzo Boccia lancia la sfida: la manovra va corretta rafforzando la crescita. Per il numero uno di viale dell’Astronomia, il problema non è tanto lo sforamento del deficit e l’abbassamento del rating, ad un passo dal livello ‘spazzatura’, che – dice – “era nelle cose”, ma vincere la sfida dello sviluppo, pena la credibilità del governo. Gli imprenditori chiedono investimenti, il rifinanziamento di Industria 4.0, l’attuazione delle opere pubbliche.Boccia sottolinea i rischi dello spread, una tassa per famiglie e imprese, e avverte l’esecutivo che per modificare la legge di bilancio “i tempi sono stretti”. A poco valgono le rassicurazioni del ministro degli Affari europei, Paolo Savona, che, prima di lasciare l’isola per partecipare al delicato consiglio dei ministri, dice: “Il debito pubblico italiano è assolutamente solvibile”. Nessun rischio default all’orizzonte, per l’economista. Anzi, riattivando gli investimenti “possiamo crescere benissimo al 2 ed al 3 per cento.
Ma Boccia vuole andare a vedere le buone intenzioni dell’esecutivo, a partire dal cavallo di battagia del M5S, che non può essere un sussidio. “Impostare il reddito di cittadinanza per un giovane che può rinunciare a tre proposte di lavoro, in un Sud dove se ne arriva già solo una è un miracolo, è un elemento di procedura che va seguito con attenzione”. La misura, per Boccia, “è un elemento che riduce i divari, ma deve essere un ponte verso l’occupazione ed il lavoro e non può essere un elemento di sussidio, altrimenti rovina il Mezzogiorno”.