A mezzanotte in punto, secondo la tradizione, si spengono le fiamme dei falò che hanno illuminato Orsara di Puglia e la festa dei santi lascia il posto alla commemorazione dei defunti. Anche quest’anno il piccolo Comune del foggiano ha vinto la sfida della destagionalizzazione con l’invasione pacifica di migliaia di persone richiamate dalla festa dei Fucacoste e cocce priatorje. Affollatissimi laboratori di intaglio delle caratteristiche zucche, musica, stand con prodotti tipici: una ‘ricetta’ consolidata, divenuta un attrattore turistico di grande richiamo per l’intera area dei Monti Dauni.
Le anime dei defunti, tornando fra i vivi, facciano visita ai parenti e tornino alle dimore
Una tradizione che risale addirittura al 1200, per un evento che ancor oggi è un misto di fede e religiosità popolare. Un rito che addirittura avrebbe origini spagnole, anzi galiziane, essendo Orsara, cittadina sorta dove vi era il rifugio di un’enorme orsa coi suoi piccoli, una fondazione della Galizia, poi finita nelle mani degli Aragonesi. Lungi dallo Shamain celtico-irlandese che diede vita ad Halloween, i galiziani già veneravano i defunti con processioni e rutuali legati al fuoco. Nella sera di Ognissanti i vivi si radunavano nella chiesa del paese per onorare i loro morti, lì sepolti
Negli ultimi 10 anni, non meno di 200mila persone sono arrivate a Orsara per scoprire tradizioni, spettacolo e sapori di questa grande ricorrenza. I Fucacoste sono stati raccontati da oltre 100 testate giornalistiche, hanno trovato spazio in dirette e servizi giornalistici della Rai e anche la BBC inglese ha dedicato spazio all’evento in un documentario sul Bel Paese. Beffarde, sorridenti, misteriose: nella notte dei falò, le anime del purgatorio sono guidate dai lumi posti all’interno delle zucche che prendono sembianze umane. In questo periodo, gli orsaresi scelgono le zucche più belle dei loro campi e le intagliano per la notte del 1° novembre.
Elemento caratterizzante dei fuochi è la ginestra, un arbusto che in fiamme si volatilizza facilmente, facendo sembrare che il legame cielo-terra si compia sotto i nostri occhi. E’ convinzione che le anime dei defunti, tornando fra i vivi, facciano visita ai parenti e tornino alle dimore. Secondo la credenza popolare, la zucca accesa fa ritrovare al defunto la casa dove era vissuto. In onore dei defunti, si consumano cibi poveri ma simbolici: il grano lesso condito col solo mosto cotto, le patate, le cipolle, le uova e le castagne cotte sotto la brace.