Sui migranti e l’accoglienza adesso ci sono due governi. Schierati uno contro l’altro. Il premier Conte e il vice Di Maio che aprono ai 49 disperati da 14 giorni in alto mare a bordo della Sea Watch3 e della Sea Eye, in particolare alle 5 donne e ai 7 minori (tre bambini) che Roma ora sarebbe pronta ad accogliere. «Contattiamo Malta. Diamo disponibilità ad accogliere le donne e i bambini che sono sulle navi Sea Watch3 e SeaEye. Malta faccia sbarcare subito donne e bambini da quelle imbarcazioni e li mandi in Italia» – afferma Di Maio – «Li accoglieremo. Siamo pronti a dare, come sempre, una lezione di umanità all’Europa intera». La telefonata, tra Di Maio e Giuseppe Conte, segna la nascita di un nuovo asse all’interno del governo. Costruito per essere argine a Salvini e proiettato sulla campagna per le prossime elezioni europee. Ma il leader della Lega è sul suo terreno di battaglia e va allo scontro. Soprattutto fa sapere di non avere alcuna intenzione «cambiare idea». I 32 a bordo della prima nave e i 19 della seconda, entrambe ong tedesche, sbarcheranno a Malta dal momento che Palazzo Chigi ha fatto sapere che l’Italia è appunto disposta ad accoglierli almeno in parte. Ma per il ministro dell’Interno, se e quando quei migranti partiranno (in aereo) da La Valletta alla volta di un aeroporto italiano troveranno la frontiera chiusa. «Aprano i porti e i portafogli i tedeschi, gli olandesi e i maltesi», incalza in serata Salvini arringando i militanti dal comizio di Montesilvano. «In Italia non entra nessuno che non abbia diritto: giusto salvare le vite, ma la mia linea non cambia». Il colpo di scena nell’ultimo braccio di ferro innescato con le ong non lo ha affatto digerito.