Economia e finanza
Tria sotto attacco di 5 Stelle e Lega In un colloquio con Federico Fubini sul Corriere della Sera, Il ministro dell’Economa
liquida le accuse di favoritismo alla sua collaboratrice, Claudia Bugno, in modo netto: «Ho subito un attacco spazzatura sul piano personale. Le cose possono apparire molto diverso a seconda di come si presentano», dice. Il ministro è furioso per come sia stata coinvolta la sua famiglia. «Ci sono violazioni della privacy – dice -. Mi chiedo chi è che passa ai giornalisti queste cose». E all’idea che qualcuno cerchi di spingerlo alle dimissioni, taglia corto: «Sciocchezze. Se andassi via – si chiede – dovremmo vedere quale sarebbe la reazione dei mercati». non a caso, il Quirinale non sembra disponibile ad assecondare salti nel buio in una fase così delicata per l’economia del Paese. Il professore di Tor Vergata in questo momento costituisce un elemento di stabilità al quale non è possibile rinunciare. E infatti, a tarda sera, Luigi Di Maio smorza i toni: «Tria deve stare tranquillo, non dico sereno…e continuare a fare il ministro». E Salvini: «Dal governo non si dimette nessuno»,
Juncker a Roma: l’incontro con Conte e la polemica con Salvini C’è grande amore con tutti i ministri italiani», dice di buon mattino. «Sono dei bugiardi», rettifica il pomeriggio. Il presidente uscente della Commissione europea Jean Claude Juncker usa spesso toni sopra le righe, in un senso o nell’altro. Quelli usati ieri nella visita ufficiale a Roma – l’ultima nelle vesti di numero uno dell’Unione – rappresentano bene il clima che si respira nelle stanze comunitarie. Nella conferenza stampa che ha fatto seguito all’incontro a palazzo Chifi con i l premier Conte, Juncker si dice «preoccupato per la regressione dell’economia italiana». Aggiungendo: «Auspico che le il governo faccia sforzi supplementari per mantenere in vita la crescita». Un avvertimento al quale Conte risponde annunciando il varo del decreto «entro la settimana». Ma a porte chiuse, nell’incontro con Conte, Jean-Claude Juncker è stato ben più ruvido: al punto di sottolineare che se da qui a giugno il governo non rilancerà la crescita, sarà chiamato a pagarne il conto. A suo giudizio, il governo «non sta facendo abbastanza» con l’economia in picchiata, diretta verso crescita zero. Poi, sulla via di Bruxelles, il lussemburghese viene attaccato da Salvini e 5Stelle. A quel punto sbotta: «Alcuni ministri sono bugiardi, mentono ai cittadini dicendo che li abbiamo lasciati da soli mentre abbiamo dato 130 miliardi all’Italia» tra investimenti e fondi strutturali europei.
Politica interna
Il manifesto sovranista di Salvini Salvini lancia il manifesto dei sovranisti. L’8 aprile la Lega annuncerà la nascita di un gruppo con l’AfD tedesca e gli xenofobi delle destre europee. E’ svanito, infatti,il sogno dell’alleanza Popolari-Populisti. Matteo Salvini dovrà accontentarsi dell’accordo con i Conservatori guidati dai polacchi che fanno capo al PiS (Diritto e Giustizia) e al suo potente presidente Jaroslaw Kaczynski. Ma solo dopo le europee. Il leader leghista avrebbe voluto una Lega delle Leghe, il fronte unico. Era andato a Varsavia per convincere Kaczynski a riunire tutti i sovranisti e nazionalisti. Si era perfino parlato di lui come candidato unico alla presidenza della Commissione europea, ma alla fine non se n’é fatto nulla. E allora il ministro dell’Interno italiano sta cercando di allargare i confini dell’«Europa delle Nazioni» della quale fanno parte la francese Marine Le Pen e il vice cancelliere austriaco Henz-Christian Strache. La grossa novità è l’ingresso nella nuova alleanza di Alternativa per la Germania, il movimento euroscettico radicale di destra che è molto cresciuto nelle ultime tornate amministrative, soprattutto nei Länder più poveri della Germania dell’Est. Alternative für Deutschland sarà infatti presente alla prima conferenza programmatica con la quale Salvini aprirà la campagna elettorale per le elezioni europee del 26 maggio. L’8 aprile, all’Hotel Gallia di Milano, ci saranno anche altre due new entry: il Partito del Popolo Danese e i Veri Finlandesi. «La Lega – sostiene Salvini – invita in Italia altri movimenti europei. Siamo diventati centrali, come Paese, grazie a questo governo».
Revenge porn, la Camera vota all’unanimità Tutti d’accordo: maggioranza e opposizione. Passa la legge che introduce il carcere (con pene previste da uno a sei anni) per i ricatti sessuali con l’utilizzo di video postati sulla rete («revenge porn») ; inoltre previste condanne (da 8 a 14 anni di carcere) per lo sfregio al volto mediante lesioni permanenti. Salta invece la norma sulla castrazione chimica che, se accettata dallo stupratore, avrebbe aperto la porta alla sospensione della pena come proposto dalla Lega. E’ stata una telefonata tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini a sbloccare la strada del “Codice rosso”, Il premier ha chiamato il suo vice leghista verso le 12 e gli ha chiesto che dal codice sparisca l’ipotesi della norma sulla castrazione chimica. Soluzione avversata da tutti, a cominciare da M5S. Salvini ha acconsentito, ma ha strappato a Conte la promessa che potrà influire sulla riforma del processo penale che il Guardasigilli Alfonso Bonafede sta mettendo a punto in via Arenula. Riforma che si preannuncerebbe, secondo Salvini, troppo “manettara”.
Politica estera
Brexit, May “apre” a Corbyn Theresa May fa appello all’unità nazionale e chiede aiuto a Jeremy Corbyn, il leader dell’opposizione laburista, per evitare che la Gran Bretagna esca dall’Unione europea il 12 aprile senza alcun accordo. La premier incontrerà l’avversario per una strategia che possa essere approvata dal Parlamento: una sorta di soft Brexit, divorzio morbido. Dopo una maratona del suo consiglio dei ministri lunga ben sette ore, ieri pomeriggio la premier è tornata in diretta tv dopo il disastroso discorso populista di due mercoledì fa. Stavolta ha chiamato «all’unità nazionale per l’interesse nazionale», perché il Regno Unito è «spaccato» e «così non si può andare avanti». Londra chiederà all’Ue un ulteriore rinvio della scadenza del 12 aprile per evitare il “No Deal”. Nel frattempo, Michel Barnier, di fronte allo stallo a Londra, ha commentato che «il no deal è ora altamente probabile», anche se ha continuato a esprimere la speranza che si riesca ad evitarlo. Ma da Parigi il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito che l’Europa non può «restare ostaggio» di quella che è una crisi interna alla politica britannica: e dunque fra i 27 comincia a farsi strada la tentazione di recidere il bubbone prima che il morbo si espanda.
Algeria, Bouteflika si è dimesso Abdelaziz Bouteflika si è dimesso. È toccato al presidente, l’uomo che ha gestito l’uscita dal decennio nero delle stragi e degli sgozzamenti di massa, fare un passo indietro, rinunciare prima alla candidatura per un quinto mandato e ieri alla guida dello Stato. Di fronte alla determinazione di un popolo che – compattatosi come non era avvenuto prima per paura dei fantasmi della guerra civile – non chiedeva più solo la destituzione di Bouteflika ma dell’intero sistema, l’esercito si è schierato. Dopo un incontro tra i vertici delle forze armate il generale Salah prende la guida: scatta l’applicazione immediata dell’articolo 102 della Costituzione, quello che rimuove il presidente per «impedimento fisico all’esercizio delle funzioni» (Bouteflika, è stato colpito da ictus anni fa e da allora è sulla sedia a rotelle, ma da tempo non parlava alla nazione). Riconoscendo le ragioni del popolo, il generale Salah ha poi denunciato anche «il saccheggio» e «lo sperpero del potenziale economico e finanziario del Paese» puntando il dito contro «una mandata di persone» che hanno accumulato «in breve tempo ingenti ricchezze con metodi illegali».