Il nostro cervello lavora costantemente, in maniera estenuante e senza sosta per trasmetterci l’illusione che tutto sia sotto controllo, ma non è così, perché è una macchina narrativa davvero brava a fregarci. Da questa riflessione muove Incognito di Nick Payne, che, dopo il debutto nazionale al Teatro La Cometa di Roma, sarà sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli, mercoledì 10 aprile 2019 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 14), nella traduzione e la regia di Andrea Trovato.
Presentato da Gli Ipocriti Melina Balsamo e Carmentalia, l’allestimento pone al centro della narrazione una domanda universale: cos’è la mente umana?
Infatti, protagonista assoluto di Incognito è, il cervello, l’organo i cui misteriosi meccanismi sono ancora oggetto di studio della scienza, e che ci permette di conservare dati e ricordi, di condizionare le nostre scelte e, in qualche modo, di modificare il corso della nostra vita plasmando senza soluzione di continuità il nostro carattere e l’identità personale.
I quattro attori sul palcoscenico rappresentano la materia grigia di un racconto che si sviluppa su più piani temporali, e interpretano ventuno personaggi, che, nel magma di eventi cronologicamente scomposti, ruotano introno a tre piste narrative principali.
La prima è quella del dottor Thomas Harvey, interpretato da Andrea Trovato, che nel 1955 trafugò ingenuamente il cervello di Albert Einstein durante l’autopsia per poterlo dissezionare e venire a capo di una possibile mappa della sua genialità.
La seconda appartiene a Henry Molaison, meglio noto in letteratura medica come “paziente HM”, l’essere umano più studiato dalla neuroscienza, che nel 1953 si sottopose a un delicatissimo e sfortunato intervento chirurgico al cervello per curare la sua epilessia.
Il risultato fu perdere la memoria a lungo termine, eccetto ricordare fino all’ultimo giorno di vita l’amore per la fidanzata Margaret, personaggi interpretati da Giulio Forges Davanzati e Dèsireè Giorgetti.
La terza linea, ambientata nel presente, fa capo a una neuropsicologa clinica di nome Martha, cui presta il volto Anna Cianca, tormentata da un dissidio interiore che la conduce verso un dilemma irrisolvibile: cercare disperatamente di dimenticare un passato troppo pesante da sostenere o godere le opportunità di una situazione amnesica come i suoi pazienti?
Tre storie intrecciate che esaminano la natura dell’identità e come siamo definiti da ciò che ricordiamo, e che accompagnano Incognito in un’esplorazione esilarante di ciò che significa essere umani.
L’allestimento si avvale della scena a cura di Luigi Ferrigno, i costumi di Tiziana Massaro, le luci di Pietro Sperduti, le musiche di Fabio Antonelli.