Miti, mute, ammaestrate, servili, sottomesse, arrendevoli, compiacenti. Una galleria di aggettivi inquietanti potrebbe riferirsi alle pretese di molti uomini in relazione con donne, stando alle cronache che da anni raccontano la violenza, prima psicologica e poi quella fisica che sfocia nel femminicidio.
Cosa passa per la testa di un uomo che lo compie? Cosa passa per la testa di un uomo di fronte al corpo senza vita di sua moglie? Davvero può sentirsi innocente con le mani ancora insanguinate, attribuendo alla donna la colpa della sua stessa morte?
Il femminicidio dal punto di vista dell’assassino, tra attualità e letteratura, sarà il tema di dialogo tra Giuseppe Montesano e Laura Bosio, ospiti di Antonella Cilento a “Strane Coppie”, giovedì 18 aprile alle ore 18 al Palazzo della Marina Militare di Napoli. Ad accompagnare il dialogo scandito dai racconti “La mite” di Fedor Dostoevskij, “La muta” di Tommaso Landolfi, “La babbuina” di Giovanni Arpino e “Abbi pietà” di Bernard Malamud saranno le letture di Orlando Cinque e Andrea Renzi e le immagini a cura di Marco Alfano. Ingresso libero. Prossimo e conclusivo appuntamento di “Strane Coppie” a Milano, il 23 maggio, nella sede del Banco Bpm sostenitore della rassegna, organizzata da 11 anni dai laboratori di scrittura creativa di Antonella Cilento, Lalineascritta.(www.lalineascritta.it)
Principale perno per riflessioni e molteplici interpretazioni sull’ampio tema – che tocca le varianti dei rapporti uomo-donna nella società, e che attraversa la storia prima ancora delle rivendicazioni femministe o della stessa parola femminicidio – sarà il racconto di Dostoevskij, “La mite” (1876), monologo di un marito davanti al cadavere della moglie suicida. Una moglie giovane, sposata in difficoltà economiche, salvata, amata ma oppressa. Tanto inquietante quanto coinvolgente, il racconto dello scrittore russo ha affascinato e ispirato numerosi scrittori di tutto il mondo. Nel 1964, Landolfi pubblica “La muta”. Anche qui un monologo: un pedofilo innamorato di una giovanissima vicina di casa muta, che finirà con l’uccidere. Successivamente, nel 1967, Arpino, con “La babbuina” racconta di un uomo che ha comperato la sua quarta moglie al circo, poiché è proprio di una scimmia che si tratta, obbediente, pulita e innamorata: anch’essa finirà suicida; e, infine, “Abbi pietà” (1958) di Malamud, dove la suicida è una vedova ebrea, che si ammazza con i suoi figli pur di non sposare l’usuraio che l’ha rovinata e che pure vorrebbe salvarla, unico caso fra questi portati in cui anche l’uomo si è ucciso, tant’è che la vicenda si svolge in un non-luogo, forse un inferno, forse un manicomio, forse un commissariato.
In un decennio di incontri, Strane Coppie ha proposto il confronto per tema, suggestione, cronologia, affinità fra coppie di grandi classici della letteratura mondiale: dialoghi a tu per tu fra autori viventi su coppie di grandi classici letterari del Novecento (e non solo). L’edizione 2019 s’intitola, invece, Costellazionie narra i sistemi stellari che scrittori e scrittrici, in epoche e lingue diverse, disegnano, dialogando nell’infinita rete di immagini e di idee che costituisce l’anima mobile della letteratura. Un racconto ne genera altri, un romanzo influenza intere famiglie di romanzieri: succede da sempre eppure non sempre i lettori ne sono consapevoli.
Laura Bosio vive e lavora a Milano. Ha esordito nel 1993 con il romanzo I dimenticati (Feltrinelli, Premio Bagutta Opera Prima). In seguito ha pubblicatoAnnunciazione (Mondadori, 1997, Premio Moravia, Longanesi 2008). Per la collana “I Mistici” di Mondadori ha curato alcuni volumi antologici sull’esperienza mistica, filosofia e spiritualità nella letteratura delle donne (La preghiera di Ognuno, 1998, La ricerca dell’impossibile. Le voci della spiritualità femminile), Le ali ai piedi (Mondadori), Teresina (Mondadori). Con Le stagioni dell’acqua (Longanesi) è stata finalista al premio Strega, al premio Rapallo, al premio Stresa, al premio Via Po, e ha vinto il premio Basilicata 2007. In seguito sono usciti Le notti sembravano di luna (Longanesi), D’amore e di ragione. Donne e spiritualità(Laterza) e, con Bruno Nacci, Da un’altra Italia, Utet. L’ultimo romanzo di Laura Bosio, con Bruno Nacci, è Per seguire la mia stella, Guanda. Editor e redattrice, collabora con il progetto di scuola Penny Wirton fondato da Eraldo Affinati.
Giuseppe Montesano è nato a Napoli. Ha scritto i romanzi Nel corpo di Napoli (Mondadori, 1999), Superpremio Vittorini, Premio Napoli, finalista Premio Strega; A capofitto (Sottotraccia, 1996, Mondadori, 2000); Di questa vita menzognera (Feltrinelli, 2003), Premio Selezione Campiello, Premio Viareggio; Magic People, (Feltrinelli, 2005). Ha tradotto autori francesi, tra cui La Fontaine, Gautier, Flaubert, Villiers de l’Isle-Adam, e per i Meridiani Mondadori ha curato e tradotto le Opere di Baudelaire, 1996, Premio Prezzolini-Lugano, e ha curato le Opere di Ottiero Ottieri (Meridiani Mondadori, 2009). Del 2007 è Il ribelle in guanti rosa. Charles Baudelaire (Mondadori), Premio Vittorini.
Fra le opere più recenti: Lettori selvaggi. Dai misteriosi artisti della Preistoria a Saffo a Beethoven a Borges la vita vera è altrove (Giunti, 2016), vincitore Premio Viareggio 2017 e Premio Napoli 2017, e Come diventare vivi. Un vademecum per lettori selvaggi (Bompiani, 2017).
Per il teatro ha scritto un radiodramma per la Rai, curato la drammaturgia di Magic People Show, spettacolo andato in scena, tra l’altro, al Piccolo di Milano e al Teatro Nazionale di Madrid. Ha anche scritto per lo spettacolo Servillo dice Napoli, e ha tradotto il Lélio di Berlioz per Toni Servillo al San Carlo di Napoli. Collabora con «Il Mattino» e con «Il Messaggero», e scrive per «l’Unità».
Orlando Cinque (1972) è attore e regista. Diplomato nel 1998 alla Scuola di recitazione presso il Teatro Stabile di Genova, recita in teatro, televisione e cinema. Tra i suoi lavori: Lo zoo di vetro, al fianco di Claudia Cardinale, e Le baccanti di Euripide diretto da Matthias Langhoff. In televisione ha preso parte alle sit-com Love Bugs e Love Bugs 2, entrambe dirette da Marco Limberti, e la serie televisiva Romanzo criminale – La serie, regia di Stefano Sollima, nella quale interpreta il ruolo di Trentadenari. Compare anche in The Tulse Luper Suitcase, Part 1:The Moab Story, regia di Peter Greenaway (2003), Tatanka, regia di Giuseppe Gagliardi (2010), Viaggio sola, regia di Maria Sole Tognazzi (2012) e in tv nell’ambito di Vento di ponente, regia di Gianni Lepre e Alberto Manni (2002), Distretto di polizia (2011), Il clan dei camorristi (2012), serie televisiva, I Borgia (2013), Un passo dal cielo 3 (2015). In teatro, fra i numerosissimi lavori di cui è interprete e le recenti regie, ricordiamo Caligola on Air (2011). Quest’anno è stato in scena in Fronte del porto, regia di Alessandro Gassmann e con Creditori tratto da Strindberg di cui è interprete e regista mentre al cinema è stato interprete in Sulla mia pelle di Alessio Cremonini e nel film per la tv Liberi sognatori. Delitto di mafia.
Andrea Renzi (1963), fra i volti più amati e noti del teatro e del cinema napoletano, debutta giovanissimo diretto da Mario Martone e in seguito sarà uno dei fondatori delle storiche compagnie teatrali “Falso Movimento” e “Teatri Uniti”. Nel 1984 vince il premio “Opera Prima” con il monologo Sangue e Arena, quindi inizia a lavorare come regista teatrale. A queste attività affianca il lavoro di attore televisivo e soprattutto cinematografico. Fra i numerosi film, ricordiamo:Morte di un matematico napoletano, Teatro di guerra, Noi credavamo di Mario Martone, L’uomo in più di Paolo Sorrentino, Le fate ignoranti di Ferzan Özpetek, Quo vadis, baby? di Gabriele Salvatores, La guerra di Mario di Antonio Capuano, L’estate del mio primo bacio di Carlo Virzì, L’iguana di Catherine McGilvray, tratto dal romanzo omonimo di Anna Maria Ortese, La tigre e la neve di Roberto Benigni, Viva la libertà di Roberto Andò, Mozzarella stories di Edoardo De Angelis.
Tra le fiction tv, lo ricordiamo in Caccia segreta, regia di Massimo Spano, ne Il commissario Montalbano. Come regista Andrea Renzi ha realizzato dall’opera di Gogol’ la pièce teatrale Diario di un pazzo interpretata da Roberto De Francesco e Giorni felici di Beckett, con Nicoletta Braschi e fra i numerosi spettacolari recenti ricordiamo l’ormai classico Magic People tratto dai racconti di Giuseppe Montesano.
Antonella Cilento (Napoli, 1970) ha pubblicato nel 2018 Morfisa o l’acqua che dorme (Mondadori) e nel 2019 è in uscita Non leggerai (Giunti).
Con Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori, 2014) è stata finalista al Premio Strega 2014 e vincitrice del Premio Boccaccio 2014 (con traduzioni in Spagna, Francia, Germania, Corea, Lituania). Ha pubblicato romanzi, racconti, reportage: Il cielo capovolto (Avagliano, 2000) Una lunga notte (Guanda, 2002; Premio Fiesole 2002, Premio Viadana, finalista Premio Vigevano, Premio Greppi, selezionato al Festival du Premier Roman di Chambéry), Non è il Paradiso(Sironi, 2003), Neronapoletano (Guanda, 2004), L’amore, quello vero (Guanda, 2005), Napoli sul mare luccica (Laterza, 2006), Nessun sogno finisce (Giannino Stoppani, 2007), Isole senza mare (Guanda, 2009), Asino chi legge (Guanda, 2010), La paura della lince (Rogiosi, 2012), Bestiario napoletano (Laterza, 2015), La Madonna dei mandarini (NN editore, 2015). I suoi romanzi sono tradotti in Francia, Spagna, Lituania, Corea, Germania, Russia, alcuni suoi racconti sono editi in Olanda, Romania e Stati Uniti. Collabora con «Il Mattino», il «Corriere della Sera», «L’Indice dei libri del mese», «Grazia». Ha realizzato per “RAI RadioTre” i racconti radiofonici Voci dal silenzio e Scisciano Paradise. È stata segnalata dal Premio Calvino 1998 per il romanzo inedito Ora d’aria e ha vinto il Premio Tondelli con la sua tesi di laurea. Ha scritto numerosi testi per il teatro (fra gli altri: L’angelo della casa, Napoli Teatro Festival e Teatro Mercadante; Itagliani!, in tournée con Margherita Di Rauso; Cafone!, in tournée con Gea Martire) e sceneggiature di corti (regie di Sandro Dionisio e Mario Martone). Un suo manuale dedicato alla scrittura creativa è stato pubblicato da Simone Editore nel 2000: A. Cilento e A. Piedimonte, Scrivere. Guida ai mondi della parola scritta.
Ha ideato e conduce il Laboratorio di scrittura Creativa Lalineascritta dal 1993 presso associazioni, librerie, scuole di ogni ordine e grado, forma insegnanti e studenti in tutt’Italia. Ha diretto dal 2005 al 2008 la Scuola Le Scimmie presso l’UPAD di Bolzano.
Ha ideato e realizzato Strane Coppie (undici edizioni) con Banco BPM, Institut Français, Goethe Institut, Instituto Cervantes, Accademia d’Ungheria, Fondazione Banco Napoli. Ha coordinato L’ora fatale per Teatro di San Carlo – MeMus e il progetto SudCreativo, realizzato convegni su Pier Vittorio Tondelli e la scrittura creativa nel Sud Italia, rassegne di autori contemporanei.
È responsabile del portale www.lalineascritta.it con il quale conduce programmi di formazione e laboratori in webconference.
Marco Alfano (Napoli, 1964) cura per Lalineascritta, nei cui laboratori si è formato, il sito web, la comunicazione online, il laboratorio di ludoscrittura e i corsi in videoconferenza. Ha pubblicato racconti in numerose antologie, sui quotidiani «l’Unità» e «Roma» e sulla rivista internazionale «Storie». È in preparazione una sua raccolta di poesie illustrate ispirate a Toti Scialoja e sta lavorando al suo primo romanzo. Musicista, è stato membro fondatore dei Panoramics (con i quali ha tra l’altro composto le musiche originali per lavori video e teatrali di Mario Martone e Andrea Renzi e collaborato con Enzo Moscato e Peppe Servillo) ed è attualmente componente dei Ferraniacolor, pop band il cui EP di esordio, Alfabeto illustrato, è uscito nel marzo 2018, riscuotendo un notevole successo di critica.