Ci vogliono mesi, a volte anni per avere il permesso definitivo di rifugiato. Molti migranti restano inermi in attesa, qualcuno scappa senza meta, altri inevitabilmente finiscono elle grinfie dei caporalati del sud Italia e diventano schiavi. Sono tante le vicende che quotidianamente vivono i migranti. In determinate circostanze si intrecciano, a volte invece viaggiano su binari diversi. Ma ognuno di loro ha la sua triste storia da raccontare.
C’è chi sbarca direttamente sulle coste italiane e si ricongiunge a parenti o conoscenti. C’è chi prosegue, tra mille peripezie, verso il nord Europa. C’è chi finisce “standed”, quando è quasi finita, nelle stazioni di qualche grande città.
C’è anche chi trova un lavoro in nero nell’edilizia o nell’agricoltura nel nord-est del nostro Paese. C’è chi si limita a sognare una vita migliore, bukra inshallah! C’è chi si innamora e si sposa. C’è chi riceve un saluto, Salam Aleikum, e una mano sul cuore. C’è chi decide di ritornare in Africa, per sempre. C’è chi dorme per qualche notte in un giardinetto della stazione di Catania, poi sale su un autobus con destinazione e capolinea
Milano. C’è chi a Milano non si ferma e prosegue, nonostante la nebbia e il freddo pungente. C’è chi è fortunato e trova una “casa” in uno dei tanti alberghi gestiti dalle cooperative.
A Mortara ce n’è uno: Hotel Bel Sit, una stella. La tematica del viaggio ricopre un ruolo fondamentale nella storia dell’Umanità. L’esperienza del viaggio, con le fatiche e le opportunità che comporta, determina sempre un cambiamento e può essere intesa come metafora esistenziale, come paradigma dell’esistenza umana.
Il viaggio consente, tra l’altro, di incontrare persone diverse con cui dialogare scambiare opinioni, aprirsi al mondo, raccontare la propria storia e ascoltare quelle altrui. Analizzare e valorizzare tale esperienza
aiuta inoltre a comprendere un fenomeno storico complesso e diffuso come quello delle attuali migrazioni, anche in rapporto alle migrazioni di ieri.
La messa in comune dei vissuti migratori fra emigranti di ieri e migranti di oggi favorisce la conoscenza
e la comprensione reciproca, il rispecchiamento interiore, nonché la consapevolezza di una memoria che può essere condivisa: il racconto del viaggio diviene quindi possibilità di riflessione su di sé e sull’altro che in
questo caso non è più semplice oggetto di indagine, ma fonte attiva di conoscenza.
E’ da questa motivazione che prende lo spunto il progetto “Hotel Bel Sit, Storie di migranti”. A partire da un tema unificante come quello del viaggio saranno le fotografie mettono in evidenza la complessità e la ricchezza dell’esperienza migratoria dei ragazzi stranieri, sottolineando i punti di incontro e le differenze fra l’emigrazione italiana di ieri e l’immigrazione straniera di oggi e invitando a riflettere sulla rappresentazione che i due diversi fenomeni hanno nell’immaginario collettivo.
La mostra è accompagnata dal libro “Hotel Bel Sit, storie di migranti” con testi e foto di Giovanni Mereghetti, il cui ricavato contribuisce a finanziare le attività e i progetti della cooperativa Faber.
Sabato, alle ore 7.30 nell’aula magna della parrocchia Maria Santissima dell’Addolorata, in viale delle
Nazioni Unite 53 a Matera,sarà inaugurata la mostra “Hotel Bel Sit – Storie di migranti”, del fotogiornalista
Giovanni Mereghetti, che documenta la realtà di accoglienza dei migranti gestita dalla Cooperativa Faber a Mortara, in provincia di Pavia. Si tratta della prima iniziativa ExNovo nei quartieri di Matera, per contribuirne alla rinascita attivando i cittadini non solo come fruitori ma come parte attiva del processo di creazione dell’evento.