Lo sostiene Gianfranco Rotondi in una intervista rilasciata all’Agenpress
di Biagio Maimone
Domanda:
Onorevole Gianfranco Rotondi, non vi è dubbio che, con la costituzione del Partito del Popolo Italiano, che ripropone i principi “inossidabili” dell’ormai cessata Democrazia Cristiana, riletti alla luce delle esigenze dei tempi attuali, si apra uno scenario nuovo nell’ambito del contesto politico esistente. Quale impatto Lei si attende possa avere sull’esistente compagine politica e sulla popolazione italiana in termini di consensi?
Risposta:
Partiamo da zero. Oggi la nostra quotazione è zero. E’un punto di forza: non abbiamo termini di paragone, possiamo solo crescere. Sono ottimista in base a due parametri: il popolarismo è la cultura di riferimento della Dc, per la quale ha votato larga parte della popolazione compresa tra i 45 e i 100 anni, cioè la maggioranza degli italiani; secondo parametro: il partito popolare europeo governa l’Europa, è il partito più votato dai cittadini europei. Tradotto in pratica: l’idea è attuale, tocca darle in Italia una rappresentanza
Domanda:
Si afferma che il Partito del Popolo Italiano farà convivere, al suo interno, anime diverse, tuttavia ispirate da propositi e progetti finalizzati alla creazione di un centro democratico, di stampo popolare, ed anche esponenti ed attivisti dell’ex Democrazia Cristiana, forti di un’esperienza politica senz’altro indispensabile e molti nomi nuovi della società civile. Può informarci in merito?
Risposta:
La Dc è stata una straordinaria ‘scuola quadri’: i suoi dirigenti, anche quelli di terza fila, hanno riempito le caselle direttive di tutti i partiti della seconda repubblica, a conferma della bravura dei democristiani. Francamente però si tratta di una classe dirigente ‘datata’: non penso che il Partito del Popolo Italiano potrà farci conto, dovrà cercare altrove energie e militanze.
Domanda:
Relativamente alla scelta del leader del “Partito del Popolo Italiano” vi sono indicazioni divergenti. Difatti, da un lato, si afferma che Lorenzo Cesa possa essere il leader più qualificato: a tale scelta viene contrapposta un’altra che indicherebbe come leader più adeguato Giuseppe Conte, se vi saranno le condizioni perché lo stesso possa accogliere una vostra possibile proposta. Sono indicazioni chiaramente contrastanti. Cosa bolle in pentola?
Risposta:
Separerei il partito dalla campagna elettorale. La prima repubblica è stata dominata dai partiti:strutture pesanti e pensanti, capaci di elaborare linee direttrici grazie alle quali cinquanta anni di libertà sono coincisi con il più straordinario progresso economico e sociale del nostro Paese; la seconda repubblica ha conosciuto invece partiti leggeri, ed è stata dominata dalle campagne elettorali e dunque dalla cultura del marketing. Noi proponiamo di tornare ai partiti, e perciò chiediamo un impegno a Lorenzo Cesa che – pur essendo ancora giovane – viene da quella esperienza e la conosce bene. Altro discorso è la leadership da proporre in campagna elettorale: Conte, al pari di altri, ha il profilo per guidare il Paese, tant’è che già lo guida
Domanda:
Il Partito del Popolo Italiano è, senza alcun dubbio, il centro politico nel nostro Paese, assente da molti anni nel contesto politico della nazione italiana, la cui specificità territoriale e culturale esige la cultura della centralità e non degli estremi, considerata la storia italiana, le sue tradizioni religiose e l’anelito alla cultura dell’uguaglianza che vive nel cuore del popolo italiano, come è facile constatare. Ciò consente possibili sinergie con partiti che non hanno mai rinnegato il centro o meglio “la mediazione delle istanze” come strumento politico per eccellenza, vedi i partiti “Forza Italia”, “Italia Viva”, “Azione”, nonché l’Associazione “Voce Libera” di Mara Carfagna.
Avete in conto, quindi, un possibile dialogo con tali forze politiche per verificare la possibilità di future o prossime alleanze?
Risposta:
L’ossessione delle alleanze limita la capacità di esprimere appieno la propria identità. Noi dobbiamo spiegare agli italiani con chiarezza chi siamo e cosa vogliamo.
Poi verranno le alleanze, una è naturale, quella con l’altro partito aderente al Ppe ossia Forza Italia.
Domanda:
E’ nota la Sua militanza nel partito “Forza Italia” e, pertanto, Le chiediamo se la Sua decisione di costituire il Partito del Popolo Italiano sia stata determinata dall’intento di voler imprimere una svolta nel Suo cammino politico, oppure rappresenti la continuazione di un percorso che si arricchisce di nuovi contenuti che possono coinvolgere, senza che si generi alcuna contraddizione, anche il partito Forza Italia. Ha parlato con Silvio Berlusconi della costituzione del Partito del Popolo italiano?
Se si, cosa egli pensa in merito?
Risposta:
Siamo democristiani, cultura di evoluzione mai di rotture. Ho parlato con Berlusconi, che è entusiasta del nostro cammino.
Domanda:
Lei prevede che vi saranno ostacoli a raggiungere il cuore naturalmente democratico degli italiani o sarà immediato per il popolo italiano, seppur provato da tanta “malapolitica”, innamorarsi di un nuovo soggetto politico che intende riportare agli splendori la nazione italiana ed ogni cittadino che in essa vive?
Risposta:
Le difficoltà ci saranno, ce le aspettiamo. Ma ne incontreranno di più i partiti populisti quando gli italiani presenteranno loro il conto.
Domanda:
Quali pensa siano le linee di condotta più idonee per affrontare e finalmente risolvere la questione meridionale?
Risposta:
No tax area per attirare nel Sud le imprese che delocalizzano; e rifinanziamento della 285 (legge occupazione giovanile del 1977) in luogo del reddito di cittadinanza
Domanda:
Quando si prevede vi sia l’entrata in campo del Partito del Popolo Italiano?
Risposta:
Ci siamo dati appuntamento al congresso entro tre mesi.
Fonte: https://www.agenpress.it/2020/01/24/e-nato-il-partito-del-popolo-italiano-gianfranco-rotondi-berlusconi-e-entusiasta-del-nostro-cammino/