Maria Cava: “Ecco l’esempio di Space Factory”
“Lo spazio è un luogo di indagine privilegiato per comprendere molte cose sul comportamento del corpo umano. prevenzione dell’osteoporosi a partire dalle vinacce e il comportamento delle cellule ovariche nello spazio sono alcuni dei fenomeni oggetto delle ricerche spaziali”. Maria Cava, giornalista e consulente per enti e istituzioni nel campo della ricerca e alta tecnologia e per organizzazioni di imprese, portavoce dell’Assessorato alla ricerca, all’innovazione e all’università della Regione Campania dal 2007 al 2015 (poi portavoce del Vice Presidente della Giunta regionale dal 2013 al 2015) da anni collabora con per la comunicazione di grandi imprese, enti pubblici, organizzazioni sociali con incarichi nello sviluppo di strategie di mercato, comunicazione, relazioni pubbliche, marketing, ideazione e gestione di eventi. E’ da tempo consulente per la comunicazione del Distretto aerospaziale della Campania e collabora con diverse testate del settore tra cui “Il Settimanale” di Space Economy, per il quale ha scritto di Space Factory, la start up che si occupa di produzione e commercializzazione di prodotti e servizi innovativi nel settore spaziale, nata a Napoli nel 2015 e diretta da Norberto Salza. Tra gli obiettivi strategici di Space Factory – spiega a IlSudonline – c’è la commercializzazione di iun prodotto brevettato denominato MiniLab e le sue future evoluzioni. Si tratta di un Mini-Laboratorio realizzato con la società consortile Aerospace Laboratories for Innovative Components (ALI) ed il Microgravity Advanced Research and Support Center (MarsCenter) per effettuare esperimenti nello Spazio in condizioni di microgravità”.
Tra gli esperimenti di cui Space Factory si è resa protagonista c’è ReADI-FP, avvenuto a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana, per testare molecole provenienti dalle vinacce per la prevenzione dell’osteoporosi nei voli spaziali, un fenomeno molto sentito dagli astronauti, ma utile anche al miglioramento delle terapie anti-osteoporotiche sulla Terra. La sperimentazione si è avvalsa di partner di eccellenza quali la Nanoracks Space Outpost Europe, per le attività di lancio, operazioni e recupero, e la storica Azienda Vinicola Mastroberardino, che ha fornito le vinacce. ReADI-FP è stato lanciato il 29 agosto 2021 dalla base di lancio Kennedy in Florida (USA) ed ha raggiunto la ISS su con la capsula cargo Dragon 23 di Space X il 31 agosto.
Ovospace è invece il nome del secondo esperimento, sempre contenuto nel MiniLab. E’ stato ideato dall’Università La Sapienza di Roma con lo scopo di indagare, per la prima volta nella storia della sperimentazione extraterrestre, il ruolo della microgravità sullo sviluppo delle cellule ovariche.
L’esperimento ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale, ed è stato finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana – ASI – nell’ambito del programma Minerva. L’assenza di gravità può compromettere, infatti, la funzione ovarica e lo sviluppo fisiologico degli esseri viventi. Studiare come l’ambiente spaziale influisce su questi aspetti diventa fondamentale in previsione di futuri programmi di insediamento umano e permanenza di lunga durata nello spazio profondo. L’esperimento ha utilizzato culture di cellule ovariche bovine incubate a 37°C per 72 ore in orbita prima di tornare sulla Terra per essere analizzate.
“E non è tutto – spiega Norberto Salza – perché vogliamo dotare i veicoli spaziali di nuova generazione della classe dei micro-mini satelliti/spacecraft della piattaforma tecnologica IRENE® – Italian Re-Entry nacellE, al fine di consentirne il rientro autonomo dallo Spazio e il loro riutilizzo, riducendo peraltro anche il fenomeno crescente dei detriti. Vogliamo sviluppare un servizio commerciale per esperimenti scientifici e tecnologici in condizioni di microgravità (utilizzando uno o più MiniLab come payload/carico utile) attraverso mini-satelliti proprietari con capacità autonoma di rientro dallo Spazio denominati IRENESAT-ORBITAL, realizzati in collaborazione con il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA) e la società ALI”. “L’obiettiv da raggiungere in un futuro non troppo lontano è rendersi indipendenti dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e condurre i test in microgravità in modo autonomo con risparmio di tempo e di costi.