Caldo torrido da un lato ed erogazioni idriche a singhiozzo rischiano di gettare sul lastrico migliaia di agricoltori agrigentini.
La tensione nelle campagne cresce di ora in ora con la possibilità concreta di scatenare una nuova guerra tra poveri.
Il motivo scatenante la rabbia degli agricoltori sta nella decisione, adottata dai dipendenti del Consorzio di Bonifica provinciale, di attuare una forma di astensione dal lavoro che riduce di fatto i tempi ed i volumi di erogazione dell’acqua nelle campagne.
“Anche se le motivazioni alla base della protesta hanno delle ragioni è inammissibile – sottolinea il presidente della Confagricoltura siciliana, Ettore Pottino – che le modalità adottate vadano a colpire un settore già fortemente in crisi.
Oltre alle colture orticole in pieno campo, le coltivazioni che rischiano di più sono quelle arboree ed in modo particolare gli agrumeti. Non poter effettuare regolari irrigazioni di soccorso si traduce, infatti, in una mancata produzione non solo per l’imminente campagna ma anche per le prossime”.
Il presidente della Confagricoltura regionale lancia quindi un accorato appello a tutte le istituzioni regionali e nazionali presenti nel territorio affinchè venga svolta una urgente opera di mediazione per salvare in parte una campagna agraria già gravemente compromessa dallo sfavorevole andamento climatico.
“Si chiede – ha concluso Pottino – un atto di buona volontà necessario per superare l’emergenza senza creare pesanti ed inutili contrapposizioni che non farebbero altro che aggravare la crisi in cui versa l’intera economia della nostra Regione.