Parla Mario Grasso (direttore Cia)
I borghi rurali della Campania? Il fenomeno dell’agriturismo è in crescita. Ma la nostra regione non intercetta i flussi come altre aree del Paese benchè alle bellezze paesaggistiche e naturalistiche unisca il valore di prodotti doc, dop e docg, che rispettivamente sono 15, 19 e 4. Tra le denominazioni d’origine controllata e garantita spicca il Taurasi, che ha di recente celebrato i suoi primi trent’anni. Ma allora, che cosa manca per poter essere al passo con le mete più gettonate? IlSudonline.it lo ha chiesto a Mario Grasso, direttore della Confederazione italiana agricoltori – Campania.
Direttore, cosa ci manca per essere una regione attrattiva dal punto di vista turistico e non assistere allo spopolamento dei territori interni?
Bisogna prendere di mira la questione del reddito anche in relazione al territorio. Perché si rimane sul territorio se è vantaggioso dal punto di vista del reddito dei cittadini. E’ necessario garantire un reddito equo agli agricoltori, aumentare la competitività e migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare. Ma non solo. Agire per contrastare i cambiamenti climatici, tutelare l’ambiente è importante, ma anche sostenere il ricambio generazionale e promuovere le conoscenze e l’innovazione.
Non basta quindi l’agriturismo?
“AgriCultura”, turismo, natura sono parole astratte, in mancanza di una strategia di marketing territoriale delle aree interne che esalti il ruolo dell’agriturismo quale centro di servizi alle persone che risiedono nelle aree interne, a partire dal legame con l’istruzione materna (agriasilo, agrinidi) e fino ai servizi sanitari di base.
E come si incentiva invece per davvero il turismo nelle aree intertne?
Occorre riconoscere e incentivare il legame tra agricoltura-turismo facendo perno sulla dimensione sociale, su una strategia di welfare innovativo che includa politiche di integrazione e inclusione sociale. E ancora: consolidare il legame tra agriturismo e istruzione incentivando rapporti stabili tra azienda agrituristica e scuole del turismo, istituti alberghieri ed agrari. Il protagonismo degli agriturismi deve essere presente nell’intera Programmazione di sviluppo rurale 2023-2027. Oggi l’Unione Europea ci parla di food miles, di impatto del trasporto sui cibi, ossia la produzione e il consumo dei cibi vanno tenuti e consumati sul luogo. In poche parole l’Unione Europea sta imponendo ai produttori e ai consumatori di usufruire della produzione “in loco”.
E noi, in Campania?
Come facciamo a stare al passo? Esistono dei piani operativi?
Entriamo nel merito.
Noi come imprenditori agricoli abbiamo qualità, organizzazione, aziende ben strutturate, agriturismo. Anche i comuni hanno messo in mostra e curato le bellezze dei borghi rurali.
Però forse manca qualcosa, ossia l’animazione.
Ma ci sono le politiche per animare tutte queste strutture? Gli strumenti deputati sono i gruppi di animazione rurale i GAL, ossia i gruppi di animazione locale, promossi dall’Unione Europea per sviluppare piani e programmi di interventi dedicati al miglioramento socio-economico delle comunità rurali, che dipendono dalle agenzie di sviluppo locale le quali attuano tutta quella parte che riguarda l’animazione del territorio: il turismo, l’incontro, il gaming, il volontariato. I borghi così diventano vivi.
E in Campania?
Nella nostra regione i Gal ci sono ma non utilizzati per il loro approccio partecipativo, cioè soggetti intermedi.Noi chiediamo con forza che si cambi passo a livello locale. I comuni e le aziende dei vari territori devono dialogare, costruire il loro piano di azione, sui servizi e sui beni locali che da soli, comuni e imprese locali non possono regolare e controllare.
Altro pezzo che manca è quello relativo alle acque.
Sì. Bisogna mettere al centro delle politiche regionali i consorzi per la bonifica delle acque. Occorre un piano straordinario di investimenti per trattenere l’acqua quando è in sovrabbondanza. Un Piano che includa la manutenzione immediata della rete di canali e della rete idropotabile favorendo gli investimenti per ridurre gli sprechi. Il futuro è nelle infrastrutture di piccoli invasi/laghetti di collina, anche in gestione collettiva, che siano smart sotto il profilo tecnologico. Poi c’è il tema del collaudo dei progetti riguardanti grandi invasi finanziati con le risorse del Pnrr.
Altro aspetto di cui si parla tanto è quello relativo al digitale.
Lo strumento che serve è la banda larga, perché ora le connessioni sono ancora lente. Il digitale non arriva nelle campagne come dovrebbe. E non possiamo replicare con le infrastrutture immateriali lo stesso errore compiuto con quelle pesanti, ossia non tenere nel giusto conto i collegamenti secondari. Sono questioni che devono essere presenti in tutti i programmi della UE.
Direttore, un’ultima domanda è d’obbligo e riguarda Vinitaly 2023, in programma aVerona dal 2 al 5 aprile.
La presenza delle aziende campane all’evento è sempre più consistente. Quest’anno sono 220 le aziendee 1500 le etichette coinvolte dalla Regione Campania, presenti in un padiglione di 5.800 metri quadri. La Campania intesa come “Terra di vino, storia e passione” è rappresentata da tutti i suoi territori. Il programma prevede tra l’altro incontri B2B con buyer esteri, masterclass accompagnate da degustazioni di prodotti tipici campani e la degustazione delle principali etichette campane presso l’Enoteca regionale.