La Piedigrotta è una festa che si svolge il 7 settembre di ogni anno in onore della Natività di Maria. In quella del 1839 venne presentata una canzone che fu subito un successo travolgente: Te voglio bene assaje. Si vendettero 180.000 copielle, fogli volanti sui quali veniva stampato alla buona il testo della canzone. L’editore le affidava ad abili venditori ambulanti che le piazzavano in giro per la città. La popolarità del brano era affidata alla bravura dei posteggiatori  e delle orchestrine  dei ristoranti di Napoli o nei locali alla moda; diffusi anche gli organetti o i pianini meccanici, di solito “installati” in botteghe di barbieri o sartorie. Le “periodiche” erano i palcoscenici dei salotti napoletani, riunioni nelle quali un poeta o un tenore declamavano i loro versi o “do” di petto, comici motteggiavano scherzosamente sui presenti. Quando il salotto ospitante era tra quelli della Napoli “bene”, si sorseggiava rosolio e si gustava un buffet freddo, nelle case più modeste si servivano (da qui la nota espressione) tarallucci e vino.
Ma oltre al successo, Te voglio bene assaje ebbe il merito di lanciare l’usanza di diffondere i nuovi pezzi in occasione della festa della Vergine. Il 7 settembre di ogni anno, quindi, in mezzo a carri festanti e luminarie, si presentavano al pubblico i nuovi brani che gli artisti avevano preparato per la stagione, in una vera e propria Sanremo ante litteram dei primi anni. Era nato  il Festival di Piedigrotta, che darà successo a pezzi famosissimi quali Funiculì Funiculà, ‘E spingole frangesi, ‘O sole mio. Che per molti è l’inno nazionale italiano.