Per anni, prima durante e dopo la guerra fredda, siamo cresciuti con l’angoscia che il rischio più grande per l’umanità provenisse dalla corsa agli armamenti. Non avremo mai pensato che, invece, la vera ambascia viene dai cambiamenti climatici i quali posso determinare “effetti nefasti sulla sicurezza alimentare e sulla salute degli esseri umani. Il rischio paventato – scrive Vito De Ceglia in una speciale di Repubblica – è addirittura superiore ai danni provocati dalla diffusione delle armi di distruzione di massa”.
Non è una boutade, ma la posizione dell’ultimo Global Risk Report 2016 del World Economic Forum, documento che per la prima volta valuta il fattore ambientale, appunto, come “pericolo numero uno in termini di impatto”.
QUANTO COSTA L’OBIETTIVO COP21
Il pezzo di De Ceglia aggiunge una stima di quanto potrebbe essere necessario, nei prossimi anni (da oggi al 2030) per raggiungere gli obiettivi dell’accordo ratificato a Parigi durante la 21esima Conferenza annuale delle Parti (Cop21). Per ridurre l’innalzamento della temperatura entro i 2°C, occorreranno circa 90 trilioni di dollari, tenendo conto che la domanda globale di energia è destinata a crescere, se non in relazione ai consumi che rallentano in area europea, sicuramente laddove l’aumento della popolazione e la richiesta di livelli accettabili di benessere indurranno a incrementi dei fabbisogni energetici.
LE OBBLIGAZIONI GREEN
L’articolo prosegue poi descrivendo uno scenario che coniuga ecologia e finanza. Si accenna ai “green bond” (obbligazioni verdi), ossia “lo strumento finanziario che lega l’emissione di una obbligazione a un investimento vantaggioso per l’ambiente. Emesse in particolare da Bei o World Bank, ad esse ricorrono sempre di più le società private più attive nel settore ecologico.
FONTI RINNOVABILI CRESCONO
Un altro dato interessante quello che riassume l’obiettivo epocale del passaggio alle fonti rinnovabili, l’efficienza energetica, l’uscita dall’era delle fonti fossili. Intanto il 30% della potenza energetica installata nel mondo – avverte Repubblica – è oggi rinnovabile. La parte del leone, tra le fonti rinnovabili, la fanno biomasse e idroelettrico, ma eolico e fotovoltaico fanno registrare i tassi di crescita più alti.
AS