“Assembleia Nàpoles (Danza in gioco)”
Spettacolo ispirato agli intrattenimenti del Settecento tra danza, musica e gioco delle carte. Prima volta a Napoli per l’ensemble Divino Sospiro.
Sabato 20 febbraio 2016 – ore 20.30
presso “Gallerie d’Italia” Palazzo Zevallos Stigliano (Napoli)
Dopo il debutto la scorsa estate al Festival di Rovereto, dove fu accolto dalla critica come un’opera originale e affascinante, lo spettacolo “Danza in Gioco” approda a Napoli nell’ambito della stagione 2015-16 della Pietà de’ Turchini, per un’unica rappresentazione che per l’occasione avrà come titolo “Assembleia Nàpoles”, in omaggio alla città che la ospita. L’appuntamento è in programma sabato 20 febbraio alle ore 20.30 alle “Gallerie d’Italia” Palazzo Zevallos di Stigliano.
“Assembleia Nàpoles (Danza in Gioco)” è una rappresentazione scenica degli intrattenimenti che si praticavano durante le serate nei salotti aristocratici e in certe occasioni pubbliche nella Lisbona del XVIII secolo. In questi, secondo modelli diffusi in tutta Europa, confluivano – fino ad essere in simbiosi – la danza, la musica e i giochi di società, tra cui quello delle carte. Lo spettacolo si costruisce sulla triade di tali elementi; evoca il gusto e le tendenze del Settecento, e si ispira in particolare al mazzo di carte “musicali” da gioco, creato dal compositore portoghese José do Espírito Santo Oliveira (1755-1819), le cui figure ritraggono le danze -le più in voga del tempo- che solitamente avvenivano in tali riunioni: contraddanza francese e inglese, il cotillon, l’allemanda, danza “alla gavotta”, il solo anglais, il fandango, fino al valzer. Lo spettacolo le abbina a brani di autori portoghesi e di altri compositori tra cui Haydn e Boccherini, le cui musiche erano molto di moda a quel tempo, e prevede inoltre letture dalle cronache dei viaggiatori in visita nella capitale lusitana che narrano di tali intrattenimenti. La produzione vede in scena le ballerine Alexandra Canaveira de Campos e Catarina Costa e Silva -in abiti d’epoca-, i lettori Alessandro Pannone e Francesco Scolaro, e per la prima volta a Napoli l’ensemble portoghese Divino Sospiro, diretto da Massimo Mazzeo, tra le più importanti formazioni europee di specialisti di esecuzioni storiche con strumenti d’epoca. La rappresentazione è realizzata in collaborazione con la Sartoria del Teatro di San Carlo diretta da Giusy Giustino per i costumi, e con la Scuola di Teatro del Teatro Stabile di Napoli per la partecipazione degli attori. Al termine dello spettacolo si terrà una degustazione a cura della pasticceria Mennella. Biglietti: 10 euro, acquistabili mezz’ora prima dello spettacolo o sul circuito TicketOnLine, ridotto per titolari “Wine & The City” Card; info: coordinamento@turchini.it oppure tel. 081.402395 dalle 9.00 alle 15.00 dal lunedì al venerdì.
Programma
Testo e Regia di Cristina Fernandes
Ensemble Divino Sospiro
Laura Pontecorvo, traverso / IskrenaYordanova, violino / Reyes Gallardo, violino
Massimo Mazzeo, viola e direzione / Diana Vinagre, violoncello / Andrea Buccarella, cembalo
Paulo Guerreiro, corno / Ana Beatriz Menesez, corno
Ballerine: Catarina Costa e Silva; Alexandra Canaveira de Campos
Lettori: Agostino Pannone e Francesco Scolaro
Musiche di: David Perez, Pedro António Avondano, Antonio Rodil, Policarpo José da Silva, Luigi Boccherini, Franz Joseph Haydn, Carl Stamitz, José do Espírito Santo Oliveira, Cartas Musicais Dançadas
Coreografie ispirate a: Raoul-Auger Feuillet, Louis Pécou, M. Malpied e Gennaro Magri.
Testi tratti da: Cartas sobre as Modas e dai resoconti di viaggio di Richard Twiss, Arthur William Costigan, Joseph-Barthélemy-François Carrère, William Beckford, Hugues-Félix Ranque e José Daniel Rodrigues da Costa
Biglietti: 10 euro (ridotto per titolari “Wine & The City” Card) – Info: coordinamento@turchini.it – Tel. 081.402395 (dalle 9 alle 15, dal lunedì al venerdì) – Circuito Ticket On Line
Al termine dello spettacolo si terrà una degustazione a cura della pasticceria Mennella
Note di Sala di Cristina Fernandes
La triade formata da musica, danza e gioco (in particolare i giochi di carte) è ricorrente nei resoconti settecenteschi dei viaggiatori stranieri in visita a Lisbona, tanto nella letteratura quanto nell’iconografia, e abbraccia sia gli spazi domestici sia le assemblee semi-private e pubbliche. Nei contesti aristocratici come negli spazi sociali frequentati dall’alta borghesia, l’intrattenimento delle serate include quasi sempre giochi di carte e altri giochi di società, danze e cene, e momenti musicali che vedono musicisti amatoriali o professionisti interpretare un ampio repertorio vocale e strumentale. La simbiosi tra il gioco, la musica e la danza viene rappresentata in modo affascinante nel singolare mazzo di carte musicali creato da José do Espírito Santo Oliveira (1755-1819), organista e compositore della Cappella Patriarcale di Lisbona dal 1775 e organista della Cappella Reale del Palazzo di Queluz dopo il 1808. Ogni carta contiene una diversa danza, cioè una melodia per violino (o altro strumento melodico che si muove in un registro acuto) in linea con i repertori utilizzati dai maestri di ballo del tempo. Dominano contraddanze francesi e inglesi, ma c’è spazio anche per il cotillon, l’allemanda, danze “alla gavotta”, il solo anglais, il fandango e – era ancora una novità – il valzer. Il mazzo riflette quindi i gusti del tempo e permette di ricreare sommariamente il repertorio musicale di un ballo, ma al tempo stesso è un tradizionale gioco di carte. Le varie composizioni possono essere eseguite dal semplice violino solo, adattate ad un ensemble più numeroso oppure arricchite da un accompagnamento improvvisato da uno strumento a tastiera. Tra i mazzi musicali conosciuti in Europa, la copia di Espírito Santo Oliveira (il cui originale è in possesso di Manuel Capucho) è una delle poche incentrate sull’universo della danza e la più varia in termini di generi coreografici. Specchio di tendenze all’avanguardia, che hanno segnato le sale e gli incontri di Lisbona alla fine dell’Ancien Régime, è stata la principale fonte di ispirazione per lo spettacolo Danza in Gioco, in cui si cerca di ricreare differenti espressioni musicali, coreografiche e ludiche. Il programma non tenta la ricostruzione di un’occasione specifica, bensì combina pratiche che erano trasversali ai vari tipi di riunioni e incontri del genere che avevano luogo a Lisbona alla fine del XVIII secolo e all’inizio del XIX secolo. Lo spettacolo segue quindi una drammaturgia propria che include la danza, la lettura di brani tratti da testi del tempo e la musica da camera di compositori portoghesi e non, abitualmente frequentati in questi contesti, molti dei quali legati alla Real Câmara e alla Capela Real, come ad esempio David Perez, Pedro Antonio Avondano, il flautista Antonio Rodil e il tenore Policarpo da Silva. La musica di Boccherini, Haydn e Stamitz era ugualmente ‘di casa’ a Lisbona nei circuiti più aperti al panorama internazionale, ed era disponibile nei negozi di musica in città. Sul piano della danza, le carte del pacchetto musicale di Oliveira sono servite come punto di partenza per coreografie costruite in base a trattati e fonti settecentesche che circolavano in diversi paesi europei, tra cui il Portogallo.