Da alcuni giorni nel cielo dell’emisfero boreale, quindi il nostro, è visibile la cometa ISON, scoperta nel settembre del 2012 dagli astronomi russi Vitali Nevski e Artyom Novichonok con un telescopio riflettore dell’International Scientific Optical Network (ISON) nei pressi di Kislovodsk, nel Caucaso del nord, in Russia. La denominazione completa di ISON è “C/2012 S1”, nome meno amichevole, ma che dà diverse informazioni: la “C” indica che la cometa è non periodica, e che quindi non è certo che in futuro faccia ritorno nel nostro cielo; “2012” ci dice che è stata scoperta in quell’anno e “S1” che si è trattato della prima cometa scoperta nella seconda metà del mese di settembre.
Comete
Le comete sono corpi celesti di solito piccoli, simili agli asteroidi, ma costituiti quasi completamente da ghiaccio. La teoria più accreditata è che si tratti di residui rimasti dopo la condensazione della grande nebulosa da cui ha avuto origine il nostro sistema solare. Le nebulose sono ammassi di polvere, idrogeno e plasma che possono portare alla formazione di stelle e pianeti. Le aree periferiche della nebulosa che portò alla formazione del posto che conosciamo meglio nello Spazio, quello dove c’è anche la Terra, erano fredde a sufficienza da permettere all’acqua di trovarsi allo stato solido (ghiaccio), cosa che portò alla formazione delle comete.
Chioma e coda
Le comete seguono una loro orbita intorno al Sole e quando capita che si avvicinino il grande calore fa sublimare gli strati di ghiaccio più esterni (da stato solido a gassoso senza passare per quello liquido). La nuvola di vapore intorno al nucleo delle comete viene chiamata “chioma”. Il vento solare e la pressione della radiazione del Sole spingono parte della nuvola di vapore portando alla formazione della “coda”, che punta quindi in direzione opposta a quella della stella. È quando si verifica questo fenomeno che la cometa diventa ben visibile nel cielo notturno, a occhio nudo se è molto grande come fu Hale-Bopp nel 1997 altrimenti con i telescopi.
ISON
La cometa ISON per gli astronomi è una sorta di macchina del tempo: è un corpo celeste antico con un’età di miliardi di anni e che può dare diverse informazioni su come era fatto un tempo il nostro sistema solare. La cometa sta seguendo un’orbita che nelle ultime settimane l’ha portata molto vicino alla superficie del Sole. Si stima che durante questa settimana arriverà ad appena 1,1 milioni di chilometri dalla nostra stella, che ha un diametro di circa 1,4 milioni di chilometri. La coda della cometa si ingrosserà man mano che questa si avvicinerà al Sole e non è detto che ISON resista all’incontro.
Come abbiamo visto la chioma di una cometa non è solida, e quella di ISON non fa eccezione. A metà novembre è stato calcolato che abbia raggiunto un diametro di circa 120mila chilometri. Si tratta naturalmente di una stima, anche perché la chioma non ha confini netti e ben distinguibili, essendo formata da gas. La coda, invece, ha raggiunto una lunghezza di circa 8 milioni di chilometri, come andare dieci volte avanti e indietro dalla Terra alla Luna.
ISON ha una massa stimata complessiva intorno ai 2-3 miliardi di tonnellate e ha un diametro di circa 2 chilometri. Poiché si sta sciogliendo nel suo passaggio ravvicinato al Sole, si stima che stia perdendo circa tre tonnellate d’acqua al secondo. Il ritmo potrebbe aumentare nei prossimi giorni, ma è bene ricordare che il comportamento delle comete è abbastanza imprevedibile. Non è chiaro se ISON sopravviverà: potrebbe sgretolarsi a causa del grande calore oppure evaporare completamente.
Come vederla
La cometa è luminosa a sufficienza da poter essere vista a occhio nudo e ancora più facilmente con un buon binocolo. Il problema è che si sta avvicinando sempre di più al Sole, la fonte luminosa per eccellenza dell’intero sistema solare. Per vederla bisogna guardare proprio verso il Sole, cosa che è non raccomandabile visto che la sua luce accecante può causare problemi seri e permanenti alla vista. Meglio non rischiare e attendere qualche giorno, quando ISON sarà passata intorno al Sole e sarà visibile a ovest poco dopo il tramonto. In giro online ci sono decine di mappe e indicazioni per trovare la cometa nel cielo. Se avete uno smartphone potete usare le applicazioni per le osservazioni astronomiche, tra le più diffuse ci sono Star Walk per iOS e Sky Map per Android.