DI FAUSTA TESTAJ’
Ci voleva la sensibilità del Modicano Aurelio Grimaldi per portare finalmente sul grande schermo la figura di uno dei più illustri Presidenti della nostra Regione Siciliana, Piersanti Mattarella, ignorato finora, forse perchè ancora scomodo,sia dal cinema che dalla tv.Mattarella, fratello maggiore del nostro attuale Presidente della Repubblica Sergio, era un uomo sgradito alla mafia perchè mirava ad una Sicilia priva di speculazioni e di favoritismi, una Sicilia “perbene”, non tollerato neanche dagli stessi capicorrenti siciliani del suo partito (la Democrazia Cristiana)perchè, come A. Moro, tendeva la mano al compromesso storico a preservare e rafforzare l’autonomia locale ad unire le Regioni Meridionali, voleva imporre un rinnovamento politico-amministrativo per far sì che la Sicilia fosse una Regione con riforme che inducessero alla trasparenza.
Il 2 Luglio, dopo l’obbligata astinenza cinematografica, dovuta al COVID-19, potremo goderci nelle sale questo bellissimo film d’impegno civile “Il DELITTO MATTARELLA” che tanto ricorda per il modo in cui è girato e per alcuni temi trattati, “Mani sulla città” di F. Rosi.Il film scritto e diretto da A. Grimaldi,prodotto dalla sua Arancia Film, da Cine 1 Italia ed in qualità d’investitore esterno dalla Società Edilizia Acrobatica con il supporto della Sicilia Film Commission e Sensi Contemporanei vanta un cast tutto siciliano, David Coco si è immedesimato perfettamente nel ruolo del protagonista, Tony Sperandeo è un ottimo V. Ciancimino, C. Castrogiovanni un eccellente Pio La Torre,T. Musumeci uno splendido Salvo Lima, S. Friscia un sorprendente Rosario Spatola,l. Franco uno stupefacente Michele Sindona, V. Magazzù è bravissimo nell’interpretare il neo-fascista Aurelio come anche F. Di Leva nel ruolo dell’altro neofascista Massimo R., F. La Mantia è un fantastico S. Mattarella, sono strabilianti le interpretazioni di Imma Mattarella (D. Finocchiaro),Giovanni Falcone (I. Giambirtone)e A. Tidona( L’ispettore Mignosi e la voce narrante) non sono da meno gli attori che hanno fatto solo un cameo come G. Jelo, nei panni della moglie del compagno di partito di Piersanti Rosario Nicoletti(L. Gullotta),che interpreta una poetica scena arricchita dal sottofondo musicale di una canzone del compianto T. Cucchiara e il Messinese A. Alveario nel ruolo del Segretario Generale alla Regione Di Salvo.
Grimaldi in questa pellicola ci illustra la vita pubblica e privata del Presidente Piersanti Mattarella , assassinato a Palermo la mattina del 6 Gennaio del 1980 in via della libertà, mentre si recava a messa con la sua famiglia.Il racconto, che si basa su un’attento studio fatto dal regista di sentenze e atti giudiziari inserendogli solo alcune libertà, alterna narrazione filmica e documentaristica ricostruendo il clima politico e gli eventi precedenti e successivi all’atroce omicidio, mettendo in evidenza i legami che vi erano tra la cupola siciliana con a capo T. Riina, la politica(dove vi era G. Andreotti con la carica di Presidente del Consiglio), i Servizi Segreti, i Nar Neofascisti, la banda della Magliana(malavita Romana), Gladio(P2) tutti insieme appassionatamente per eliminare un uomo troppo ingombrante ed integerrimo che voleva come amava dire lui :” una Sicilia con le carte in regola”, come poi e venuto fuori dalle indagini di G. Falcone.
Malgrado tutto, ancora su questo delitto ci sono molte ombre, non si è mai chiarito chi materialmente sparò quella terribile mattina,come mandante c’era certamente tutta la Cupola di Cosa Nostra ma resta il dubbio sull’esecutore, tra le tante ipotesi il film abbraccia la pista della collaborazione tra Mafia e Neofascisti interessati a trovare complici per fare evadere dall’Ucciardone il terrorista nero Concutelli. A. Grimaldi, come ha fatto anche nel libro con lo stesso titolo del film che ha pubblicato per Castelvecchi, riguardo all’identità del giovane che sparò al Presidente Mattarella ci propone l’ipotesi che potesse essere stato G. Fioravanti, Imma la moglie di Piersanti che ebbe tempo di guardare il killer negli occhi lo riconobbe, ma non fu creduta, fu creduto invece Buscetta che lo negava. Il regista per avvallare questa sua tesi nel film si sofferma su una scena in cui Imma Mattarella indica con forza la foto dell’ex leader dei Nar, il giovane Pm di turno che diede inizio alle indagini sull’omicidio poi proseguite da Falcone, era P. Grasso, futuro Procuratore Antimafia e Presidente del Senato del quale Grimaldi si è avvalso durante la stesura della sceneggiatura per avere più informazioni. Ha dato un valido apporto alla ben riuscita del lavoro di Grimaldi anche l’indovinata fotografia di Alfio D’Agata. Per i cultori del buon cinema vi assicuro che questo è un film da non perdere, soprattutto ora, che abbiamo bisogno di tornare a piccoli passi alla vita “normale”.