Mauro Rossato*
E’ l’ennesima tragedia che si consuma in una fabbrica di fuochi d’artificio a causa di un’esplosione. Ma questa volta il bilancio delle vittime è ancora più drammatico. Perché oggi (venerdì) in tarda mattinata a Modugno, nel Barese, all’interno della Bruscella, azienda che produce fuochi d’artificio, sono morte 4 persone e i feriti sono 6.
Cronaca di un dramma che si aggiunge – a distanza di appena due mesi – a quello di Giugliano nel napoletano, in cui persero la vita tre uomini sempre a causa di un’esplosione in una fabbrica di fuochi d’artificio.
Ma la luttuosa lista di tutte le vittime di esplosioni verificatesi negli ultimi anni non si esaurisce con i due ultimi tragici incidenti.
La cronaca, infatti, ci ha raccontato almeno 17 drammatici eventi verificatisi dal 1998 in fabbriche di fuochi d’artificio con almeno 43 vittime e 18 feriti.
E nell’esplorazione di questi luoghi di morte si ritrova purtroppo ancora una volta Giugliano, dove nel 2004 esplose una fabbrica di fuochi d’artificio e le vittime furono cinque. E dove ancora nel 2008 un’altra esplosione in un’altra fabbrica – stavolta clandestina – portò al ferimento di un tredicenne e di un quattordicenne.
Altre esplosioni poi hanno colpito il nostro Paese. E tra le più eclatanti si ricordano: quella del novembre del 2001 a Terricciola, in provincia di Pisa, che fece quattro vittime; quella di Gragnano nel 2007 dove i morti furono tre; quella del luglio 2013, in provincia di Pescara, che portò alla morte di cinque persone; mentre nel 2014 fu l’esplosione in una fabbrica di Tagliacozzo in provincia dell’Aquila a condurre alla morte tre uomini.
Un’emergenza urgente e grave a cui rispondere quella delle morti bianche causate da esplosioni e per la quale tutti dovrebbero davvero lottare e riempire le città con striscioni inneggianti alla sicurezza sul lavoro.
Perché non si tratta solo di qualità della vita, ma della vita stessa. E la tragedia di Modugno non è un incidente così lontano dalla quotidianità lavorativa di ciascuno. Il rischio è ovunque. In ogni azienda, in ogni ufficio, in ogni campo da coltivare. Ogni anno muoiono centinaia di uomini e donne in occasione di lavoro e sulle strade e, spesso, questi decessi avrebbero potuto essere evitati rispettando la disciplina in tema di sicurezza sul lavoro.
Ancora non si sanno i particolari relativi all’incidente di Modugno. Una cosa, però, è certa: non è la prima esplosione che contribuisce ad allungare la lista delle morti sul lavoro in Italia.
Stando ai dati del nostro Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering, nel triennio 2011-2013 gli infortuni mortali dovuti ad un’esplosione sono stati il 2,4 per cento delle 1.515 vittime registrate nel nostro Paese (in ambiente di lavoro ordinario). Contemporaneamente, per incendio e ustioni, è deceduto l’1,9 per cento di tutti i lavoratori che hanno perso la vita dal 2011 al 2013.
Per un totale di 65 morti bianche dovute ad esplosioni, incendi ed ustioni.
Ci auguriamo che questa nostra breve riflessione possa in qualche misura riuscire a destare gli animi sopiti dei politici al Governo.
, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre.