LA BASILICATA E IL CINEMA
Cosa hanno in comune, la Passione di Cristo, di Mel Gibson e Basilicata Coast to Coast, di Rocco Papaleo? E ancora, cosa hanno in comune: Ninfa Plebea di Lina Wertmuller? E Cristo si è fermato ad Eboli di Francesco Rosi e Il sole anche di notte dei fratelli Taviani? La Basilicata come set e la città fantasma di Craco usata come scenario dai vari registi. Sì perché Craco deve la sua “fortuna” cinematografica alla conformazione del suo territorio interessato da un complesso sistema franoso su molti fronti.
CRACO CITTA’ FANTASMA
Craco è una cittadina arroccata sui monti della Basilicata che sembra impreziosire i calanchi tipici dell’area sud orientale della regione. Ce ne sono tanti di splendidi paesini arroccati che si scorgono percorrendo la Basentana, tutti minacciati dalle frane, in un territorio che offre un paesaggio degno di un western di Sergio Leone. Non a caso gli scenari di questa parte della Lucania hanno irretito e ispirato grandi registi come quelli già citati.
PRIME FRANE
Le prime frane, registrate nei libri di storia risalgono al 1600 e si susseguono nei secoli, ma sembrano non destare particolari preoccupazioni nei Crachesi che continuano a espandere la loro città, fino agli anni ’60, quando la mancanza di lavoro e le continue frane costringono la maggior parte della popolazione ad allontanarsi.
LA VISITA ALLA CITTA’ FANTASMA
Ci avventuriamo alla ricerca di questa città in un pomeriggio estivo non molto caldo, attraverso una strada solitaria. Molti i turisti diretti alla nostra stessa meta, prevalentemente del nord e stranieri, affascinati dall’idea di una città fantasma. Da qualche anno il Comune di Craco, in collaborazione con Craco Ricerche s.r.l, Parco museale scenografico, organizza visite alla città attraverso un percorso in sicurezza. Non è necessario prenotarle al telefono, le visite partono ogni ora tutti i giorni dell’anno, dalle 10 fino all’imbrunire, ed al più presto è prevista l’apertura di un nuovo percorso in sicurezza, nella parte più alta del borgo.
CRACO NEL FUTURO
L’intento è quello di recuperare e valorizzare il sito di Craco per fini, scientifici, culturali, cinematografici e turistici, con residenze ed atelier per artisti. A tal fine è stato istituito un Parco Museale Scenografico con Atelier d’arte, cinema e design e si sono realizzate infrastrutture scientifiche per realizzare un Laboratorio di ricerca e sperimentazione e formazione sulle nuove tecnologie per la difesa del suolo e del monitoraggi ambientale. Ad oggi, l’intera area è monitorata da geologi perché il terreno è ancora in movimento e proprio i movimenti vengono studiati.
LA FUGA DEGLI ABITANTI
Per poter visitare il sito è necessario seguire alcune norme di sicurezza, quali indossare un casco protettivo e firmare una dichiarazione in cui si assicura di non allontanarsi dal gruppo. Si sale verso il cuore della città, accompagnati dalla musica classica di due violinisti che salutano il tramonto dall’androne di uno dei palazzi padronali della città. Negli anni ’70, dopo le ultime frane del ’63 che a poco a poco hanno coinvolto tutto l’abitato e le difficoltà economiche, i crachesi hanno abbandonato la città che franava verso valle esponendola negli anni ’80 a vandali e sciacalli che l’hanno depredata di tutto, da effetti personali dimenticati a ringhiere in ferro battuto. Dagli anni ’70 in poi la maggioranza della popolazione, a malincuore, abbandonò la città, senza ottenere nessun esproprio o risarcimento e tutt’ora al catasto queste case risultano dei legittimi proprietari.Allora gli abitanti erano circa 2000 e di questi solo circa 800 vivono nelle vicinanze del borgo, una ventina in due palazzine costruite accanto al sito, il resto a Craco Peschiera, un paesino costruito a valle proprio per ospitare gli abitanti in fuga.
Ad onta della frana e delle devastazioni subite in seguito, l’impianto di Craco è rimasto intatto e questo lo rende un paese fantasma unico nel suo genere e tra i più suggestivi esistenti.
MEL GIBSON
Di Craco rimane in piedi solo la parte alta, costruita sulla roccia dai Normanni nell’anno 1000, il resto è scivolato a valle o è stato buttato giù per mettere in sicurezza quanto rimasto. Ma tanto basta a renderlo un set ideale per film di diversi generi. Non a caso al suo interno Mel Gibson ha deciso di girare la scena dell’impiccagione di Giuda e anche Marc Forester ha girato le scene di Agente 007 Quantum of Solace.
RESPIRARE LA STORIA DELLE SUE TRADIZIONI
Salendo attraverso il percorso guidato, dove le case sembrano intrecciate tra di loro intorno al Castello che domina dalla rupe, si giunge ai palazzi patronali, alcuni dei quali conservano ancora gli affreschi nel loro soffitto, e alla Chiesa del borgo la cui piazza si affaccia sulla natura lucana, selvaggia ed unica e che rappresenta quello che era il cuore di un antico borgo in cui ancora oggi si può immaginare la storia dei suoi cittadini, delle sue abitudini e tradizioni.