di Giuseppe Pedersoli
“Dieci punti di distacco? Ma mi faccia il piacere”! Ieri sera, questo avrebbe esclamato il Principe Antonio De Curtis davanti ad un ipotetico intervistatore. Napoli Juventus termina 1 a 1, dopo una partita tutta in salita per gli azzurri. Quel gol di Khedira, beccato all’inizio, ha condizionato la gara. Non poteva che finire così, tra il miglior attacco e la miglior difesa della serie A. Grazie al cielo (che, lo ricordo sempre, è di colore azzurro) non ci sono stati episodi dubbi con altrettanto dubbie decisioni dell’arbitro e si è vista una partita corretta, regolare, che si è conclusa come si doveva concludere. Riprendo il discorso di pochi giorni fa e che mi ha procurato le critiche di tantissimi tifosi bianconeri. Ma con la massima onestà intellettuale: la Juve è più forte. Il Napoli gioca meglio ma loro sono più forti. E nell’aggettivo forte comprendo: cazzimma, esperienza, tenacia, capacità di gestire la gara, gettare la palla in tribuna se serve, un tiro in porta e un gol realizzato. Insomma, ieri il Napoli avrebbe dovuto vincere per tenere accesa la fiammella dello scudetto, già ridotta a fuoco fatuo. Non c’è riuscito, la Juve ci ha mantenuti a distanza. Ma se non ci sono “decisioni particolari” dell’arbitro, le due squadre quasi si equivalgono. Il quasi è a favore dei calciatori di Allegri, sia chiaro. Ma questo “quasi”, come detto e sempre a mio modestissimo avviso, non equivale a dieci punti di distacco. In realtà abbiamo fatto un gran piacere alla Roma, il cui fuocherello della speranza tricolore non è affatto fatuo. I giallorossi sono a sei punti dalla prima in classifica e se nello scontro diretto battessero gli avversari, andrebbero a meno tre. Il campionato non è ancora chiuso. A parere di chi scrive, la differenza di mentalità è tutta in una dichiarazione di Massimiliano Allegri: “Ci siamo adattati alla partita e per questo non dobbiamo vergognarci. Quello che conta è portare a casa il risultato”. Pare che la Juve sia tornata a Torino per un paio di giorni di tranquillità, prima della semifinale di Coppa Italia, mercoledì sera, di nuovo contro il Napoli. In questa gara le due squadre si sono studiate, analizzate, “annusate”. Buona la prima, si direbbe nel mondo del cinema. Ma la seconda sarà fondamentale. Il 5 aprile al San Paolo assisteremo a tutta un’altra partita. Il Napoli dovrà tentare di farne tre o almeno due per sperare nei supplementari, magari nei rigori. Ma senza subire gol, però. Questo è il problema. I bianconeri sono velenosi come un cobra. Un piccolo morso e ti hanno fregato. Mago Sarri deve trovare il siero anti veleno, la strategia anti morso. Siamo tutti un po’ stanchi del solito “uscire a testa alta” dal campo. Vorremmo l’accesso diretto alla Champions (secondo posto) e la piccola coppa in bacheca. Per poi vincere la Supercoppa. Chiediamo troppo? Stavo dimenticando: di “quello lì” non ho voluto parlare. Nemmeno il nome deve comparire in queste righe. Morto un Pepa, se ne fa un altro. “Ciro” ne ha preso il posto alla grandissima. Sempre forza Napoli.