Un ritratto storico e socio‐antropologico della camorra costruito attraverso gli archivi di Rai Teche con sorprendenti filmati d’epoca molti dei quali inediti. Il docufilm “Camorra” di Francesco Patierno è un caso perfetto per la mission didattica di “Letteratura, cinema, musica e teatro per raccontare le mafie”, la rassegna multidisciplinare di incontri su mafie e corruzione ideata e organizzata dal Centro di Ricerca ReS Incorrupta dell’Università Suor Orsola Benincasa.
L’appuntamento con la proiezione del film, presentato alla 75esima edizione del Festival del Cinema di Venezia dal regista napoletano de “Il mattino ha l’oro in bocca”, è fissato oggi, martedì 21 gennaio alle ore 16, nell’aula magna dell’Università Suor Orsola Benincasa. Ingresso libero anche per aprire il dibattito alla città come avviene sempre nelle iniziative culturali del Suor Orsola. Al termine del film a discutere di “Camorra”, insieme con il regista Patierno, ci saranno il magistrato Paola Piccirillo e lo storico Isaia Sales, docente di Storia delle Mafie al Suor Orsola e coordinatore scientifico della rassegna.
“Camorra”, come racconta Patierno, “scava nell’anima di una città imperscrutabile: nei filmati delle Teche Rai e nelle fotografie dell’Archivio Riccardo Carbone c’è il racconto, che va dagli anni Sessanta agli anni Novanta, dello svilupparsi del fenomeno camorristico, dal rapporto di subordinazione alla mafia, che gestiva in Campania il contrabbando di sigarette negli anni del dopoguerra attraverso famiglie locali, fino all’avvento di Cutolo che riesce a unificare il proprio potere estorsivo in una sola grande organizzazione militare ed economica fornendo ai suoi membri un’ideologia identitaria di riscatto sociale e territoriale”.