Prendi un’isola che è tra le più rinomate al mondo: Capri. D’estate è anche una tra le più esposte all’assalto del turismo mordi e fuggi. Ingorgo al porto, superaffollamento in piazzetta, polemiche anche sulla qualità dell’aria quando si guasta la centrale Sippic: una storia che per fortuna sta per finire, grazie alla prossima entrata in esercizio di un elettrodotto Terna collegato alla terraferma con cavi sottomarini). Come rendere più gradevole e più organizzata l’offerta turistica e la vita dei cittadini sull’isola azzurra? Semplice: cambiando colore. Cioè integrando l’azzurro – colore a cui da sempre Capri viene accostata – con il green della sostenibilità tipica di una smart city. Grazie a un progetto presentato dalla Fondazione Getra Matching Energies, presieduta dall’industriale Marco Zigon, Capri si potrà giovare di “dimostratori” (prototipi operativi) per utilizzare soluzioni smart city al fine di gestire vari problemi che l’isola si trova a subire, specie nel periodo estivo. Lo studio di fattibilità è pronto per essere consegnato al primo cittadino, Giovanni De Martino. Consentirà di ridurre il consumo dei combustibili fossili da 280 a 143 Gwh/anni e di abbattere le emissioni di CO2 da 24 a 14,5 ktonn/anno. Il progetto è frutto di una partnership tra Fondazione Getra Mef, Crn, Politecnico di Milano, Università di Genova e Università di Napoli Federico II. “Di smart cities – dice Paola Girdinio (Università di Genova, componente del Comitato scientifico di Mef) – si parla da molto tempo. Da alcuni anni sono divenute una realtà in Europa e nel mondo. Capri è la prima isola mediterranea che si dota di un progetto smart”. Sudoline l’ha intervistata.
Professoressa Girdinio, qual è la caratteristica che distingue il progetto Capri smart island da tutti gli altri in campo in vari posti d’Europa e del mondo?
Quando parliamo di “Smart Cities” ci riferiamo principalmente a realtà metropolitane, di grosse o medie dimensioni, prevalentemente situate in Europa, nel centro nord del continente. Il principale bagaglio di esperienze è dunque relativo a contesti, luoghi, situazioni, economie e collettività assai diverse da Capri.
Quindi l’esperienza caprese si presenta più unica che rara?
Sì e per due motivi. Intanto la presenza di “Smart Cities” nel sud Europa – a parte il caso eccellente di Barcellona – è più limitata di quella nel centro nord del continente. In generale parliamodi realtà metropolitane di grosse o medie dimensioni, spesso in aree ad alta densità abitativa o ad alta concentrazione industriale o ex-industriale. Sono rari i casi di “Smart Cities” in siti a vocazione marcatamente turistica e caratterizzati da bellezze naturali straordinarie. E rarissimi poi i casi di “Smart Cities” in isole. Capri dunque è un esempio fortemente peculiare rispetto alla comune accezione di “Smart city” ed in questa sua connotazione risiede la sua originalità, il suo interesse il suo enorme potenziale.
Lei fa parte del team di progetto. Quali sono i suoi requisiti principali?
Ipotizzare di gestire con un’unica piattaforma automatizzata, nelle disponibilità del Comune di Capri, la produzione ed il consumo di energia sull’isola, la mobilità, i flussi turistici ed i servizi ai visitatori è il principio alla base del paradigma della “Smart City / Smart Island”. Sul piano delle soluzioni tecnologiche individuate, le innovazioni sono innumerevoli: dalla realizzazione di sistemi di approvvigionamento energetico gestiti con logiche mirate simultaneamente alla riduzione dei costi e delle emissioni di anidride carbonica all’installazione di “lampioni intelligenti”, in grado non solo di illuminare le meraviglie dell’isola ma anche di fornire informazioni meteo, turistiche e di percorso ai visitatori, aumentare la sicurezza dei cittadini. Per arrivare infine al nuovo sistema di mobilità elettrica per i trasporti pubblici, con importanti ricadute in termini di abbattimento delle emissioni nocive del traffico.
Quali sono le ricadute positive sulla vita dei cittadini di Capri?
Le “Smart Cities” sono principalmente “Smart Communities” e dunque “Smart Capri Island” si connota come catalizzatore e volano di opportunità per la comunità locale. La naturale vocazione turistica dell’isola declinata in servizi “Smart” potrà avere forti ricadute positive sulla comunità. “Capri Smart Island” potrà infatti coniugare la sviluppo del turismo con la conservazione dell’isola e la protezione delle bellezze naturali, consentendo la valorizzazione di tali beni mediante un turismo consapevole e sostenibile con ricadute su tutta la comunità dei residenti. Per essere davvero “smart” un intero territorio deve essere “smart” la intera comunità che lo popola.
Può tracciare un confronto, se possibile, con altri progetti analoghi, in Europa o nel mondo?
E’ difficile trovare progetti con vere analogie con quello di Capri, perché è difficile trovare luoghi paragonabili a Capri. La smart grid nell’isola di Jeju in Corea del Sud, ad esempio, è un progetto interessantissimo sul piano tecnologico, ma eccezion fatta per la connotazione insulare non ci sono similitudini fra l’isola di Jeju e Capri.
L’isola greca di Hydra è inserita certamente in un contesto più simile dove i servizi realizzati sono molto interessanti perché si rivolgono in modo armonico ad ambiente naturale, architettura storica e tradizioni locali. Non hanno invece una forte caratterizzazione sulla componente energetica intelligente.