Alla fine Sgarbi ha gettato la spugna. La preziosissima, fragile tela del Caravaggio rimane a Siracusa. Il capolavoro che nelle intenzioni del critico d’arte e presidente del Mart doveva essere il pezzo forte e massimo attrattore della mostra ideata per il prestigioso museo di Rovereto non verrà spostato. Una sonora sconfitta per Vittorio Sgarbi che nelle settimane precedenti aveva tuonato contro chi si opponeva al trasferimento della delicatissima, maestosa opera. Le feroci polemiche si erano concretizzate in una severa dichiarazione rilasciata e sottoscritta da eminenti personalità delle arti e della cultura il cui appello-petizione aveva raccolto migliaia di firme in pochi giorni e di cui avevamo dato conto in https://www.identitainsorgenti.com/contro-sgarbi-la-sicilia-si-ribella-al-trasferimento-del-caravaggio-che-vorrebbe-il-solito-noto
Sulla trasferta del Caravaggio da Siracusa a Rovereto si è espresso anche Achille Bonito Oliva il quale ha dichiarato ”Per il prestito di un’opera d’arte vanno calibrati fragilità, storia, opportunità: nulla è dovuto”. Il critico d’arte ha le idee molto chiare e si schiera in favore delle opere e della loro salvaguardia, che definisce ”assolutamente imprescindibile per poter parlare di qualsiasi visione, progetto o mostra”. Nell’affermare che alcune opere devono necessariamente rimanere ferme al loro posto, Bonito Oliva ribadisce che “Il Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio è delicatissimo, e già abbastanza provato. Non si deve muovere da Ortigia”.
Forse sorpreso da questa enorme manifestazione di interesse pubblico nei confronti dell’opera che Caravaggio donò alla città di Siracusa nel 1608, Sgarbi annuncia di non voler più Il Seppellimento di Santa Lucia, per la sua mostra. Il personaggio non si smentisce e non rinuncia di certo ai toni che gli sono più congeniali. Con fare provocatorio firma la petizione contro il trasferimento del Caravaggio da Siracusa e contemporaneamente attacca i promotori della stessa petizione dichiarando “Rinuncio al prestito e firmo anche io l’appello. Faremo la mostra al Mart con un’altra opera di Caravaggio”. Il noto polemista non risparmia un vero e proprio attacco frontale ad Eva Cantarella, rea di essere tra i primi firmatari dell’appello-petizione che ha sconvolto i suoi piani; secondo Sgarbi, la nota studiosa “Sostiene come un eventuale suo trasferimento possa danneggiare l’opera, mentre è ormai acclarato come il danneggiamento sia causato dall’umidità della sede che lo ospita e non dai ‘viaggi’. Ha firmato un appello che contiene premesse clamorosamente false. Ed è la prova che lo ha firmato senza leggerlo. Ma c’è un paradosso: manifestando la sua contrarietà al trasferimento al Mart, e dunque alla prospettiva del restauro e soprattutto della realizzazione della teca, lo condanna, di fatto, a ulteriori danneggiamenti”. E rivolgendosi agli altri promotori lancia un vero e proprio guanto di sfida dichiarando ”Ma adesso mi aspetto che oltre a finanziare il restauro (che attende da 15 anni) e per il quale il Mart di cui sono presidente avrebbe messo 350 mila euro, provvedano, con l’urgenza che le condizioni della tela impongono, alla realizzazione della teca che ripari l’opera dall’umidità del posto in cui si trova adesso, la Chiesa di Santa Lucia alla Badia, che è la principale causa del suo grave deterioramento”.
Grande la soddisfazione dei promotori dell’appello. Il professore Paolo Giansiracusa dichiara che ”Ha vinto la Società Civile, ha vinto l’Associazionismo sano, hanno vinto l’Italia, la Sicilia, Siracusa, hanno vinto il buonsenso e il sentimento di tutela e conservazione dei nostri beni .
Ringrazio di cuore tutti i miei Amici, tutti i Sostenitori, tutti i simpatizzanti che in queste ultime settimane hanno fatto sentire la forza e la convinzione della piazza virtuale.
Dimenticherò il dileggio, le offese, le ingiurie. Sono un decano del sistema accademico (con oltre 40 anni di carriera) e non posso certamente perdermi in frivolezze e battibecchi. Ha vinto il Caravaggio, ha vinto il Seppellimento di Santa Lucia.
Nostro è adesso il compito di mettere insieme le parti, di farle ragionare e rispettare uno scadenzario ineluttabile:
– restauro e controllo costante della tela;
– risanamento della Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro;
– messa in luce e valorizzazione della tela di Deodato Guinaccia;
– ricomposizione del luogo deputato con il rispetto dell’ambientazione concepita dal Caravaggio;
– musealizzazione;
– decreto di inamovibilità ed eliminazione di ogni possibilità di prestito;
– realizzazione (se necessaria, lo diranno gli esperti del settore) della teca con climatizzazione;
– costituzione di un presidio di tutela sul dipinto formato dai cittadini.
Grazie e un forte abbraccio a tutti.
Paolo Giansiracusa.
Siamo lieti che questa vicenda si sia conclusa in questo modo; il Seppellimento di Santa Lucia è un’opera fortemente identitaria ed appartiene alla collettività che ha il compito di preservarla, rispettarla, custodirla. La maniera corretta per valorizzare le opere d’arte è, come afferma Achille Bonito Oliva, quella di “ far arrivare le persone a vedere le opere d’arte nel luogo in cui si trovano. Migliorare le condizioni che ne permettono la conoscenza, restaurare, produrre interesse, valorizzare percorsi e apparati. Produrre nomadismo nelle persone, incentivando le occasioni per visitare opere e esposizioni. Si spostano le persone, non le opere, che fanno parte di quella identità che le custodisce. L’identità non è solo un paesaggio e la natura, ma è l’iconografia che accompagna la città”. Le parole luminose di Bonito Oliva volano alte e schiariscono panorami che l’altro critico d’arte vorrebbero penosamente foschi. Prova ne sia l’infelice profezia con la quale Sgarbi conclude la sua velenosa stoccata contro i promotori della petizione ”Vuoi vedere che questi tra 10 anni non avranno fatto nulla e ci ritroveremo a parlare ancora del restauro e della teca?”. Ci sentiamo di rincuorare Sgarbi: “questi” sapranno prendersi cura del Seppellimento di Santa Lucia.
Stia sereno!!!
Anna Maria Alaimo