Lo avevo anticipato il Ministro dell’Interno Salvini, ora arriva la conferma anche dal Ministero della Giustizia: per la primula rossa, Marco Di Lauro, catturato in un anonimo condominio di Chiaiano a Napoli qualche settimana fa, è stato disposto – su richiesta della direzione Distrettuale Antimafia partenopea – il carcere duro, quello riservato ai criminali più pericolosi.
Il quarto dei figli di Paolo Di Lauro, boss di Scampia, sconterà la pena nel penitenziario di massima sicurezza di Sassari, dove si trovava già da qualche giorno. E’ condannato, in via definitiva, a 11 anni e 2 mesi di reclusione per associazione di stampo mafioso e droga.
In primo e secondo grado era stato condannato all’ergastolo perché ritenuto il mandante dell’omicidio dell’innocente Attilio Romanò, risalente a gennaio 2005. La Cassazione, però, annullato le sentenze ed ha deciso che il processo d’appello è da rifare.
Prosegue, intanto, il lavoro delle forze dell’ordine per individuare chi ha coperto la latitanza di Di Lauro durata ben 14 anni.