di Giuseppe Pedersoli
Avrei voluto dare qualche consiglio a Matteo Renzi su una cartella Equitalia, quella notificatagli il 28 maggio, quando era al G7 in Giappone. Sì, perché ho avuto il piacere di essere alla Getra, azienda di Marcianise, sabato scorso. L’ex sindaco di Firenze si è sperticato in elogi, giustamente, nei confronti di Getra e del suo presidente ingegnere Marco Zigòn. Sì, Zigòn, perché così ha concluso il suo discorso Renzi: “L’ingegnere mi ha chiarito che si dice Zigòn ma a Napoli tutti dicono Zìgon. Siete straordinari”. E giù pioggia di applausi e risate. Ma, com’è facile immaginare, la sicurezza e il cordone intorno al premier erano invalicabili. Mi sarebbe piaciuto spiegare come e se opporsi alla cartella, se utilizzare o meno lo strumento della mediazione, ma in realtà lo scopo vero era quello di proporgli un “condono”, una sanatoria, un “facciamo la pace con Equitalia” perché siamo tutti alle prese con debiti esattoriali. D’altro canto, il presidente del Consiglio ha detto che Equitalia sarà eliminata di qui a breve. Una dichiarazione in conseguenza della quale mi sarei aspettato un diluvio di commenti dalle penne opinion maker di famosi editorialisti. Invece, il silenzio. Avrebbero potuto, gli editorialisti, fare riferimento a una reazione “gomorroide” di Renzi: ricevo una cartella e non importa se ho sbagliato, Equitalia non verrà a prendersi il perdono. La eliminerò. Un po’ come “Zecchinetta, che è muorto pecché ha sbagliato a parlà”. Questo e tanto altro, si sarebbe potuto dire. Piuttosto, preferirei prendere il lato positivo di quello che è successo: coinvolgere il primo ministro nei guai di Napoli e dintorni. Magari ci si imbatte e li elimina, come Equitalia. Ecco la mia serie di proposte in cui coinvolgere Renzi: un tour, una visita guidata a Scampia, nelle piazze di spaccio. Ci può scappare una miliardata per abbattimento e ricostruzione delle Vele; gita in scooter da Secondigliano a San Giovanni a Teduccio, dalla Sanità a Piscinola, dalla Pignasecca ai Quartieri Spagnoli. Il mal di schiena che senza dubbi ne deriverebbe al presidente Renzi, potrebbe fargli riesumare un suo cavallo di battaglia: “Asfaltiamoli”, con collegato decreto di finanziamento per la sistemazione delle strade. La stessa gita la riproporrei con i mezzi pubblici, ma quelli che quotidianamente sono utilizzati dai cittadini, non con bus e percorsi ad hoc. Dopo qualche ora di attesa alle fermate, forse Renzi asfalterebbe pure l’Anm, finanziando una newco dotata di nuovi ed efficienti automezzi. Due piccioni con una gita: magari il premier autorizzerebbe, con una legge speciale, l’assunzione di qualche centinaio di vigili, a patto che facciano davvero i vigili e non si nascondano in qualche ufficio con scuse di vario genere. Insomma, potrei continuare ma mi fermo. A che serve dire che soltanto se i potenti si accorgono dei problemi del popolo, questi problemi possono essere risolti? Facciamoglieli assaggiare, questi problemi. Non credo proprio che esista un aspetto positivo di Gomorra, un “lato buono”. Però se Zecchinetta ha sbagliato a parlare e ha pagato con la vita, facciamo arrabbiare Renzi. Magari asfalta tutto. E a noi passa il mal di schiena.