Di LAURA BERCIOUX
Veronica Panarello scrive dal Carcere di Catania a suo marito. Scrive una lettera dove dice. “Come puoi credere che io lo abbia ucciso?”. Una domanda che rivolge a Davide Stival dove la donna è rinchiusa per l’omicidio di suo figlio. “Sono amareggiata profondamente dal comportamento che hai avuto nei miei confronti. Come puoi credere che io abbia potuto uccidere mio figlio?”. Le sue parole sono disperate. “Tu sai che mamma sono stata io e quale affetto abbia avuto per i nostri bambini, è un’atroce sofferenza la morte di Loris, così come atroce sofferenza è la mia carcerazione”.
Veronica Panarello nella sua lettera dice di sentirsi sola e abbandonata da tutti dopo che il marito e la sua famiglia hanno iniziato a dubitare sulla sua innocenza. Tutte le prove sono contro di lei. Il marito inizialmente aveva preso le difese di sua moglie . “Oggi è il compleanno del nostro figlio più piccolo ed anche a lui va il mio pensiero. Sono innocente, assolutamente innocente. Ti prego di credermi. Lo so che tu nel tuo cuore mi consideri innocente”. L’appello disperato di una donna accusata di infanticidio, un delitto terribile e per ora senza spiegazioni: perché uccidere un bambino di otto anni? Una donna fragile con un passato difficile, un’infanzia complicata, un padre conosciuto in tarda età, due tentativi di suicidio. E un bambino che a scuola non ci andrà mai più.