A Catania, città da sempre senza alcuna ‘Bandiera Azzurra’ per il mare pulito, nel tratto di costa lavica, con riferimento piazza Europa/Sciascia, dove è vietata la balneazione, alcuni bagnanti non solo fanno il bagno ignari del fatto che di fronte vi è un canale di scolo di reflui ma qualcuno raccoglie pure le patelle (vedi foto allegate) che forse visto lo scarico si moltiplicano.
Da anni ed ad ogni inizio d’estate Free Green Sicilia- afferma il portavoce Alfio Lisi – ha denunciato anche pubblicamente i rischi che si possono correre allestendo la piattaforma ‘solarium’per la balneazione di piazza Europa a pochi passi dallo scarico sempre attivo di acque reflue (come se le sostanze inquinati si fermassero ad una certa distanza dallo scarico di liquami e dunque un metro dopo fosse possibile fare il bagno) . Tratto di costa peraltro vietato da decenni e anche quest’anno (vedi nostro comunicato del 27 giugno c.a. che si allega sulla denuncia pubblica e alle autorità competenti che tacciono come sempre di assenza totale di riferimenti rispetto perimetrali sulla profondità verso il mare) con l’ennesimo decreto regionale emanato dall’Assessorato alla Sanità sui tratti di costa vietati alla balneazione nella regione che vede ben dieci tratti di mare della costa della città non permessi alla balneazione per ovvi motivi ovvero per canali di scolo che scaricano a mare acque nere vista l’assenza di fogne pubbliche nella città (solo il 20% di scarichi fognari civili e industriali sarebbero allacciati alle condotte fognarie comunali per andare ad essere smaltite e depurate nell’unico depuratore di Pantano d’Arci). Basterebbe anche a chi dovrebbe difendere la salute dei cittadini e il mare dall’inquinamento recarsi in tale immissione per poter verificare il colore e l’odore di tali reflui e appurare che si tratta di liquami civili, e non di acque bianche, quanto più nere schiumose e male odoranti non si può come si può vedere dalle foto effettuate un mese fa da Free Green Sicilia quando denunciò per la prima volta tale incongruenza balneare. Reflui che vanno a scaricarsi a mare e che vanno a contaminare le acque della costa limitrofe al canale d’immissione.
Divieti che vista la scarsa e quasi inesistente informazione ( imposta dal decreto in questione) che dovrebbe essere realizzata con manifesti pubblici, di cui non né abbiamo visto uno, oltre che con insegne ben descritte e visibili ad ogni cittadino bagnante e non poste ai lati delle zone vietate alla balneazione. Infatti a nostro avviso non vengono prese in dovuta considerazione rischiando in tal modo di mettere a rischio la salute dei cittadini bagnanti e non inconsapevoli (anche se qualcuno forse consapevole di ciò ma a cui poco importa della propria salute). E’ evidente come proprio nello scarico di piazza Europa le due insegne esistenti siano stati resi non del tutto visibili: quella che costeggia la piattaforma perché occultato dalla stessa struttura e anche perché l’anno scorso è stato spostato più indietro e a livello molto più basso dell’esistente di cui è rimasto il palo e forse alla distanza inferiore imposto dalla decreto (15 metri a nord e 15 metri a sud dagli scarichi a mare); l’altro nella parte opposta verso sud ma dove non si accede alla balneazione, coperto da un vecchio manifesto e dunque illeggibile. E’ chiaro che i bagnanti si fidano del fatto che la piattaforma sia stata installata nel luogo in cui è anche evidente che neanche sul tratto di mare antistante la piattaforma a lato del tratto di costa non balneabile non è stata inserita una delimitazione con un cordone sanitario e da opportune boe visibili a distanza per evitare che i bagnati inconsapevolmente sconfinino nel tratto di mare adiacente interdetto alla balneazione.
Ma c me si può pensare a sedici metri dal canale di scolo di piazza Europa, cioè ad un metro oltre il divieto, che i cittadini possano fare il bagno quando , a nostro avviso, si dovrebbe anche calcolare una ulteriore distanza di precauzione sanitaria e di sicurezza (visto che i reflui vengono versati senza sosta 360 giorni l’anno)? Questo dovrebbe stare alla sensibilità e alla responsabilità dell’Amministrazione in carica, visto che il mare, ma gli stessi reflui, non sono fatti di materia solida ma, come tutti sappiamo, liquida e per tali aspetti non sono circoscrivibili ad un tratto limitato di mare anche in quanto questo è mosso di continuo e senza sosta da correnti e venti?
Alfio Lisi
Portavoce
Free Green Sicilia