La Svimez da anni passa il Sud ai raggi X. E lo stesso fa con le politiche di governo per il Sud. Della Svimez tutto si può dire, quindi, salvo che non abbia accompagnato le sue analisi con un congruo pacchetto di proposte per il Sud. Si va, citando a memoria, dalla logistica integrata alla portualità per agganciare i mercati emergenti del Mediterraneo, alla geotermia e al solare come fonti alternative di energia. Per finire con un robusto piano di rigenerazione urbanistica delle città difficili, Napoli in testa. E tutto ciò non da ieri ma almeno dal governo Monti; quando Smith presentò in Senato un dossier urgente per la ripresa del Mezzogiorno assieme a una ventina di Fondazioni meridionali e meridionalisti.
Bisogna solo essere sordi e ciechi o utili idioti per non accorgersene… Rimarchiamo ancora una volta che se n’è accorto The Economist, autorevole giornale anglosassone, almeno tre mesi orsono. Ma lasciamo perdere.
Il punto è un altro. Il punto è che Sandro Gozi sostiene (su Repubblica del 5 agosto) che c’è stato uno straordinario recupero della capacità di spesa dei fondi europei. Dal 15 per cento del 2011 si è passati al… 77 per cento di oggi”.
Alla faccia: abbiamo recuperato il 62 per cento in quattro anni?
E Che significa “abbiamo recuperato”? Chi ha recuperato??
Da venti anni almeno vediamo i politici da Roma in su puntare il dito contro il ceto dirigente delle Regioni del Sud, colpevole di inettitudine. Il ministro Delrio non ha fatto che ripeterlo che al Sud siamo “incapaci di spendere i fobdi Ue” cone un disco incantato.
Oggi Gozi afferma il contrario. Dice che che abbiamo recuperato. Almeno in questo siamo stati bravi.
Ma bravi chi? Il Governo o le Regioni meridionali? O tutt’e due??
I risultati positivi di cui parla Gozi sono il frutto del lavoro di tutti, autorità centrali e istituzioni territoriali? O è tutto merito di Roma?
Caro Gozi, lo dica lei: siamo tutti equamente imbecilli? O viceversa tutti equamente capaci quando ci si mette di buzzo buono a fare sul serio?
Si immagina lei cosa potrebbe essere l’Italia se il suo governo mettesse mano – ma seriamente – a una agenda per il Sud degna di questo nome???