Gli agricoltori campani sono preoccupati dalla confusione che è stata generata sulla chiusura dei programmi comunitari in Campania e dalle mancate azioni annunciate per il Sannio sul fronte europeo e nazionale.
La commissione europea, infatti, nella discussione di ieri, non ha affrontato minimamente il tema dell’eccezionalità dell’evento calamitoso nel Sannio e tanto meno qualsiasi forma di utilizzo dei fondi della programmazione 2007/2013 oltre il 31 dicembre 2015 attraverso sospensive, deroghe, proroghe, congelamenti ecc.
L’azione annunciata in Regione Campania, dal Settore Agricoltura, e dal Ministero, non ha trovato riscontro.
“Scenderemo in piazza”, annuncia il Vice Presidente nazionale della Cia, Alessandro Mastrocinque, e presidente della CIA Campania. “In queste condizioni le aziende agricole possono solo chiudere. Gli agricoltori chiedono fatti ed auspichiamo che la Regione Campania ci possa essere vicina, considerata la sensibilità sul tema del Presidente De Luca”
“Adesso basta con la disinformazione, le false illusioni per un territorio ferito e martoriato dal maltempo. E’ il momento di fare chiarezza e agevolare un territorio che solo con i propri mezzi si sta risollevando, afferma Mario Grasso, direttore della Cia Campania.
Le azioni da mettere in campo per evitare di danneggiare i beneficiari del PSR, e non solo quelli di Benevento, ma di tutta la regione, per Cia sono:
– Dare la possibilità ai beneficiari del PSR di chiudere i pagamenti entro il 15 Dicembre, dimostrando la chiusura dei progetti, quindi degli investimenti, entro il 20 novembre ;
– Per i pochi beneficiari che non riescono a chiudere in questi tempi, prevedere, già adesso, l’utilizzo dei fondi della programmazione 2014/2020; ( La commissione europea su questo già si espressa che nulla osta a pagare i beneficiari con i fondi 2014/2020) .
Inoltre il Ministero deve riconoscere nel più breve tempo possibile lo stato di calamità naturale in base alla Legge 102/92 e conseguentemente attivare ad horas gli strumenti previsti dalla Legge 102/92 che non prevedono aiuti dal fondo di solidarietà.
Significa blocco del versamento dei contributi per le imprese per due anni, congelamento delle cartelle di equitalia per due anni, rimpinguare il fondo e riconoscere gli aiuti alle imprese che hanno ricevuto danni ai beni strumentali dell’azienda e alle coltivazioni non assicurabili.
Ed ancora occorre prevedere una modifica della normativa in questione ormai inapplicabile all’agricoltura.
“Al danno rischia di aggiungersi la beffa” , afferma Raffaele Amore, presidente di CIA Benevento. “Non solo imprese agricole ma anche industrie e Comuni della provincia di Benevento sono beneficiari dei Fondi comunitari per lo Sviluppo Rurale. Dopo l’alluvione la priorità è stata ristabilire le condizioni minime di vivibilità per i cittadini.
Fare chiarezza e trovare soluzioni efficaci e veloci sugli investimenti finanziati dall’Unione Europea – che poi sono proposte condivise sia dalla Regione Campania, sia dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – è una semplice questione di buon senso”.