“Il dibattito sul pronunciamento della Corte dei Conti sul piano di rientro del Comune di Napoli, portato oggi in discussione in Aula, si consuma in un’atmosfera quasi surreale dove tutti, maggioranza e opposizione, riconoscono la necessità di svolgere ogni azione per salvare la città dalla catastrofe finanziaria che la delegherebbe ancor di più in una condizione di marginalità. Ma la maggioranza sembra arroccarsi sulle sue posizioni, tirando fuori la solita manfrina dei tagli del governo centrale e del debito ereditato dalle passate amministrazioni. Argomenti non infondati, ma se è vero, come è vero, che il Comune nel 2013 ha incassato 1 miliardo e 400 milioni di euro, dopo appena due anni già ha visto crescere la sua esposizione debitoria ed è arrivato al 2017 a un ritardo nei pagamenti pari a circa 28 mesi, qualche domanda sulla capacità di introitare risorse locali se la dovrebbe pure porre”. Lo scrive in una nota il consigliere comunale Domenico Palmieri, presidente della commissione Trasparenza.
“Il vero nodo che nessuno sembra voler vedere – aggiunge Palmieri – è la incapacità di questa amministrazione di incassare dalla valorizzazione e vendita del patrimonio immobiliare e dalle leve finanziarie rappresentate dalle tributi locali, dalla Tari alla Cosap, e dalle sanzioni stradali”.
“Il decreto salva-Comuni potrà anche essere approvato, cosa che noi tutti ci auguriamo – conclude Palmieri – ma Napoli, per diventare un’amministrazione davvero affidabile, ha l’esigenza di dotarsi di un proprio equilibrio finanziario che è vincolato tra la programmazione della spesa e la certezza delle entrate. Il sindaco, pertanto, torni quanto prima in Aula con in tasca un pieno preciso per recuperare i propri crediti e un programma finalmente credibile di dismissione immobiliare”.