Vera Corbelli: “Emergenza idrica? Ecco come si affronta”
Azioni strutturali e non strutturali per una corretta governance dell’acqua. Sono state al centro dell’intervento di Vera Corbelli – segretario generale dell’Autorità di Distretto dell’Appennino Meridionale ma anche Commissario di Governo per le 8 dighe dell’ex area Eipli – intervenuta all’evento conclusivo degli Stati Generali dell’Acqua organizzati da Regione Campania presso il Green Med Symposium svoltosi alla Stazione Marittima di Napoli.
“L’Italia è un Paese ricco di acqua ma continuiamo a parlare di crisi idrica in maniera parziale – ha affermato Vera Corbelli – Le condizioni al contorno rispetto a secoli fa sono cambiate e le idroesigenze, sempre più elevate, e le diverse manifestazioni degli eventi piovosi e gli effetti al suolo impongono un approccio sistemico, organico, interdisciplinare per una gestione oculata del bene acqua. Anche il Mezzogiorno è ricco di acqua ma non è omogeneamente allocata e per portare avanti un’azione così complessa non solo occorre la consapevolezza di quello che è il bene ma serve pianificazione, serve un lavoro interdisciplinare e soprattutto è indispensabile lavorare insieme superando i sistemi settoriali”, ha aggiunto Vera Corbelli, geologa che guida uno dei 7 distretti idrografici italiani più estesi e complessi e che comprende 7 regioni fra le quali si muovono circa 800 metri cubi di acqua.
L’Autorità di Distretto Idrografico dell’Appennino meridionale realizza diversi piani (gestione acque, rischio frane, rischio alluvioni, gestione sistema costiero e sedimenti) e sub piani che sono interconnessi fra di loro, strumenti attraverso i quali sono pianificate e programmate le azioni di cura, difesa e valorizzazione ambientale.
Come si fronteggia la crisi idrica? “Non solo con il monitoraggio costante e continuo dell’acqua – ha spiegato la Corbelli – ma con interventi non strutturali come il controllo e il monitoraggio costante e continuo dell’acqua superficiale e sotterranea, con un aggiornamento del bilancio idrologico, idrogeologico e idrico, con interventi strutturali, con l’efficienza mento del sistema dighe, il rifacimento delle reti di distribuzione, l’ottimizzazione delle acque del sistema agricolo, il riuso delle acque reflue e altro – ha spiegato Corbelli – I modelli di sviluppo adottati fino a oggi non vanno più bene e per l’attuazione di un processo virtuoso della risorsa acqua; e’ necessaria l’azione congiunta di tutti gli enti con una visione unitaria del bene acqua.Ecco perché non mi stancherò mai di ripetere che occorre lavorare insieme. Servono programmi e azioni condivise sapendo superare egoismi e schemi settoriali.
Corbelli, che è anche Commissario di Governo per le 8 dighe dell’ex area Eipli, ha poi illustrato i risultati delle azioni pianificate su queste infrastrutture che consentiranno entro il 2026 di recuperare oltre 300 milioni di metri cubi di acqua.
Un esempio concreto di come si possa intervenire per prevenire la siccità nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità. Un’azione che rappresenta un modello replicabile in ogni parte del pianeta.
Il segretario nel corso del suo intervento ha parlato anche dell’accordo fra Campania, Puglia e Autorità distrettuale per una programmazione a medio e lungo termine inerenti il trasferimento delle risorse per la messa in esercizio della galleria Pavoncelli bis con gestione da parte dell’Acquedotto pugliese e il superamento delle criticità della galleria Pavoncelli bis.
Inoltre Corbelli ha annunciato un evento nazionale a giugno, presso la Reggia di Caserta, per presentare un progetto innovativo unico in Europa realizzato attraverso il PON – Programma Operativo Nazionale/ Legalità- denominato “Sicurezza idrica – Sicurezza sociale” che interessa il bacino di alimentazione del gruppo sorgivo di Cassano Irpino (AV), sistema fisico di grande rilevanza che consente il trasferimento d’acqua dal territorio campano al territorio pugliese ed è finalizzato a valutare tutti quelli che sono i fenomeni naturali, antropici nonché potenziali fenomeni di illegalità, che possono compromettere lo stato della risorsa, danneggiare la vita umana e i beni esposti compreso il sistema irriguo, il patrimonio culturale/ ambientale nonché le attività economiche e porre in essere misure per la tutela, difesa e sicurezza.