In Sicilia la disciplina del disegno industriale, maggiormente conosciuta come “design”, sembra essere una nicchia riservata a pochi professionisti del settore, e lontana dall’attenzione del grande pubblico; in realtà nella nostra isola operano talenti creativi di alto spessore, spesso apprezzati anche fuori i confini nazionali. Per questa ragione gli Ordini e le Fondazioni degli Architetti di Catania e Messina, con il patrocinio della Consulta regionale, hanno voluto stimolare un dibattito sul tema, dimostrando il valore di questo comparto per il mondo professionale e per l’economia del territorio siciliano. Il confronto è avvenuto ieri pomeriggio (14 luglio) a Taormina durante il convegno “Cultura e Design – ricerca, professione e produzione”, inserito nel calendario di TaoModa, rassegna di moda, design, arte e cultura organizzata dall’Associazione Talenti & Dintorni, con la direzione artistica di Agata Patrizia Saccone. All’evento hanno contribuito l’Associazione 2Cworkshop Design, l’imprenditore Tito D’Emilio, il Mobilificio Marchese, e la Delegazione Sicilia dell’Associazione per il disegno industriale (Adi).
«Il design è sinonimo di creatività e innovazione, connubio tra bellezza e qualità – ha affermato il presidente della Fondazione Architetti di Catania Paola Pennisi, che ha portato anche i saluti del presidente dell’Ordine Giuseppe Scannella – ma il design è anche fautore di imprenditorialità, perché permette di lavorare in sinergia con tutte le altre fasi della produzione di oggetti. È importante quindi per la nostra categoria costruire, in sinergia con tutti gli attori sociali coinvolti, una filiera di sensibilizzazione che punti a fare conoscere ed esportare le eccellenze siciliane nel mondo».
L’architettura e il disegno industriale discipline diverse ma “parallele” – come ha specificato il moderatore dell’incontro e consigliere dell’Ordine etneo Giuseppe Parito – perché entrambi, per realizzare un progetto di qualità, richiedono non soltanto una certa sensibilità ma competenza e studi specifici. «È necessario sottolineare l’importanza della formazione – ha detto la componente della delegazione siciliana dell’Adi Stefania Marletta – rispetto ad alcune realtà estere la strada in Sicilia è lunga e ardua, tuttavia dagli anni ’90 sono stati compiuti molti passi in avanti».
Il design quindi come progettazione consapevole e interfaccia tra l’utenza individuale e collettiva e il mondo della produzione. «Ne è una dimostrazione il concorso e la mostra “Design, what’s up?”, parte “operativa” di questo dibattito curata da Alfio Cicala – ha sottolineato il presidente della Fondazione Architetti Messina Giuseppe Falzea, che ha portato i saluti di Giovanni Lazzari, presidente della Consulta regionale e dell’Ordine messinese – il design siciliano è una scommessa che possiamo vincere perché molti colleghi hanno presentato progetti di alto livello, creativo ed industriale. La rete sinergica tra professionisti e tra le istituzioni di categoria è il miglior punto di partenza per portare avanti gli obiettivi prefissati.
Con l’obiettivo di concretizzare l’interazione tra ricerca, professione e produzione, sono stati ospiti del convegno, in qualità di relatori tecnici, il docente dell’Accademia Abadir di Catania Vincenzo Castellana, il progettista Paolo Bartoli, la designer Monica Graffeo e Marco Diana della direzione commerciale di Rexa Design.