Presenti i Capi di Stato Spagna, Italia, Portogallo
Qual è il percorso di transizione in Europa all’economia immateriale? Ne hanno discusso a Malaga i Capi di Stato d’Italia, Portogallo e Spagna, partendo tra l’altro da uno studio della Fondazione COTEC in collaborazione con Unioncamere e la Fondazione Symbola, da cui risulta che le imprese che investono su capitale umano, tecnologia e sostenibilità sono mediamente più produttive, più redditizie e più resilienti e in Italia un’impresa su tre ha già effettuato la svolta green e crescono velocemente i fattori legati all’Economia della conoscenza, più dipendente dal capitale umano e dalle competenze e meno dal processo di produzione.
Il rapporto è stato al centro del XIV Simposio COTEC Europa, tenutosi a Malaga, dal titolo, incontro annuale istituzionale tra le Fondazioni per l’innovazione d’Italia, Portogallo e Spagna per lo sviluppo competitivo dell’Europa mediterranea, oggi più che mai impegnata a supportare i piani Next Generation Europe. Ospitato dall’Edgar Neville Auditorium di Malaga, si è svolto alla presenza del Re di Spagna, Filippo VI, del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella e del Presidente della Repubblica portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa.
Diversi ospiti al COTEC di Malaga
Diversi gli argomenti all’attenzione dei partecipanti ai lavori, aperti con gli interventi di Jorge Barrero, direttore generale di COTEC España, di Jorge Portugal, direttore generale di COTEC Portugal e di Carlotta Quattro Ciocchi, direttore generale di COTEC Italia, a cui hanno fatto seguito testimonianze di leader aziendali ed esponenti delle istituzioni dei tre Paesi, con particolare rilievo per l’intervento del presidente Unioncamere Andrea Prete, centrato sui risultati dello studio realizzato insieme a COTEC relativo al ruolo e agli effetti degli asset immateriali sulla produttività, redditività e resilienza delle imprese italiane.
Dove risiede la chiave del successo?
Nell’era della transizione digitale è maturata la consapevolezza che la chiave per il successo di un’azienda risieda principalmente nella dotazione di risorse intangibili, rappresentate in particolare dal capitale umano, intellettuale, relazionale, sociale organizzativo e simbolico di un’impresa; soltanto risorse rare, di valore, difficilmente imitabili, consolidate nel tempo grazie a meccanismi di apprendimento evolutivo, consentono all’impresa di distinguersi rispetto ai concorrenti.
Ed è proprio l’importanza crescente degli intangibili che sta portando, in questi ultimi anni, ad una profonda rivisitazione delle tradizionali metodologie valutative, mediante le quali si cerca di stimare il valore d’impresa.
Esempi di beni intangibili sono i brand, il know-how, i brevetti, le competenze, l’immagine dell’azienda; beni che spesso non figurano neanche nei bilanci aziendali ma si rivelano sempre più spesso fattori rilevanza crescente per la competitività e per l’accrescimento di valore delle aziende.