Ci vuole un’Europa più forte, capace di guardare a Sud e non solo ad est. Un’Europa capace di mettere a frutto il potenziale di sviluppo che si sprigiona da un Mediterraneo che, specie dopo il raddoppio di Suez, da bacino chiuso diventa canale di connessione tra i grandi mercati del mondo: Asia, Medio Oriente, Europa, Americhe, dove intanto sono attesi importanti effetti dall’allargamento del canale di Panama.
E’ questo l’assunto principale di una riflessione sugli scenari del commercio internazionale che il presidente del Banco di Napoli Maurizio Barracco affida al Corriere del Mezzogiorno (26 novembre 2016).
Richiamando il 6° Rapporto Srm, l’analisi si svolge intorno ai dati di un poderoso mercato che ha l’Italia, e segnatamente il Sud, come snodo irrinunciabile.
Il Mediterraneo vale 14.500 miliardi di euro di Pil dell’Unione europea e 3.366 miliardi di Pil dell’area Mena (Medio Oriente-Nord Africa). L’interscambio con la Cina del mare nostrum equivale da solo a 600 miliardi (6,5% del pil cinese)
L’Italia rappresenta un passaggio obbligato di scenari economici in evoluzione non solo per una evidente ragione geografica. La bilancia dei pagamenti europea vede, infatti, la sola Germania assieme all’Italia con un saldo attivo dovuto al surplus manifatturiero. Con il Mezzogiorno in posizione strategica, il nostro Paese, conclude Barracco, non si deve accontentare di fare da spettatore, ma dovrà essere in campo per giocare la partita dello sviluppo su scenari internazionali. “Gli investimenti cinesi aumentano e il Mediterraneo potrebbe crescere – ha dichiarato il presidente del Banco di Napoli nel corso della presentazione del 6° Rapporto Srm – ma deve garantire pace, tranquillità e security. Cosa che avviene solo se esiste una politica europea per i Paesi del Mediterraneo”.
(A cura di Asco)