Nel novero delle sue ultime iniziative ci sono stati i progetti di raccordo con ActionAid Italia “SEEDS” ossia SEMI, le Associazioni della Diaspora e Associazioni locali di immigrati, al fine di sostenere, in pieno periodo Covid, le famiglie, non solo immigrate, ma anche italiane (!), attanagliate dal precariato, offrendo loro beni alimentari e coinvolgendoli in un percorso partecipativo per orientare la ripartenza durante la pandemia. Sarà Fatou Diako la nuova Presidente di Articolo21 Campania. Per la prima volta un’attivista della Costa D’Avorio, da anni cittadina a Napoli, presiede un’associazione di giornalisti che lotta per la libertà di stampa e in difesa degli ultimi. La nomina è stata comunicata da Désirée Klain (portavoce di Articolo21 per la Campania), che l’ha fortemente voluta presidente dello stesso distretto. “Questa investitura – ha detto la Diako – mi rende felice e orgogliosa, anche perché non sarò più sola nelle mie battaglie quotidiane, sempre più difficili da sostenere in questo momento storico. Quando si dice ‘aiutateli a casa loro’, non si capisce che in molti paesi la terra dove si vive sta bruciando e non si può fare altro che scappare!”. “In questo senso quello che è accaduto in tribunale stamattina al fratello Hilarry Sedu – ha detto ancora l’attivista ivoriana – è un fatto intollerabile, che ci dimostra che certe forme di pregiudizio, sono ancora diffuse, anche in luoghi dove dovrebbe regnare la giustizia. Mi auguro che questa brutta vicenda si risolva in tempi veloci e che l’avvocato e consigliere dell’ordine riceva le doverose scuse”
“Sono tanti i progetti portati avanti, in questi anni, con Fatou – ha raccontato la Klain – ammiro la sua grinta e professionalità. Insieme faremo una piccola rivoluzione, accendendo una luce ancora più forte sugli ultimi. Nella città dell’accoglienza e dai porti aperti. Un’avventura dove saranno insieme professionisti dell’informazione e della solidarietà, all’insegna dell’integrazione e per una nuova rinascita”.
Nata in Ouragahio (Costa d’Avorio), dove ha vissuto fino a trasferirsi a Napoli, al seguito del marito italiano, dalla cui unione sono nati due figli, di 15 e 10 anni, la Diako ha costituito nel 2012 un’autonoma Associazione, denominata Hamef.
L’Associazione, di raccordo con le Istituzioni e con altre Associazioni di settore, ha promosso progetti di cooperazione internazionale, come l’integrazione delle fasce deboli. In particolare tra le file degli immigrati sul territorio, di cui ha curato le pratiche amministrative, burocratiche, sanitarie, legali e giudiziarie. Guidandoli nelle procedure di acquisizione della protezione internazionale, dei permessi di soggiorno per lavoro, per assistenza minori e secondo le svariate tipologie del caso, sempre offrendo loro tutela legale e supporto morale, se del caso anche presso le Ambasciate. L’Associazione si è impegnata anche nell’aiutare a consolidare le posizioni occupazionali delle dette fasce deboli, prendendo contatti con i datori di lavori, con le Agenzie Interinali (e sostenendo entrambe le parti, datoriali e lavoratori).
I progetti internazionali (di cooperazione) hanno sviluppato orientamenti multipli e, tra gli altri, hanno visto la realizzazione di aiuti agli studenti ivoriani per il miglioramento delle infrastrutture e l’acquisto di materiale scolastico ed informatico. Oltre che di corredo agli ambienti delle aule e delle biblioteche, fino alla creazione di sale informatiche, multimediali, come “Una goccia d’acqua per Broudoumé ” l’installazione di 4 pompe idrauliche nel villaggio di Broudoumé, distretto amministrativo di Ouragahio, in Costa d’Avorio.
Si sono, inoltre, organizzate sfilate di moda interetnica, con la collaborazione, in interscambio, di stilisti italiani ed africani, al fine di concentrarsi in una fusione degli stili, nel riutilizzo dei tessuti, forme e colori delle tradizioni sartoriali di appartenenza. Nell’intento di trovare sul piano dell’arte un linguaggio comune in omaggio all’integrazione socio – culturale, sempre da favorirsi e a cuore dell’Associazione.
L’occasione è stata utile a far conoscere stilisti africani emergenti agli ateliers partenopei e ne sono originati almeno due contratti di lavoro per stilisti dell’Africa subsahariana, che hanno pertanto avuto la possibilità di proseguire le loro attività sul territorio nazionale, acquisendo nuove cognizioni tecniche e nuove opportunità di lavoro.
Lo stesso obiettivo di integrazione e sviluppo nel campo della musica, per esaltare il valore della cultura e dell’arte, quale mezzo per superare le barriere, i pregiudizi e le sovrastrutture mentali, ha visto il formarsi e celebrarsi di un evento di spettacolo lirico “Lirica senza confini”, con il patrocinio del Comune, e la partecipazione di artisti dell’area extra UE di varia provenienza, Africa compresa. Dove in particolare si vuole patrocinare il progetto di una scuola di lirica, nell’area ivoriana. A questo evento musicale ne è seguito un altro, “Napoli ballet gala- la danza contro la paura dello straniero”, tenutosi presso il Teatro Mediterraneo- Mostra d’oltremare, in Napoli in collaborazione con l’accademia del balletto di Pompei con il Patrocinio del Comune di Napoli, l’Università l’Orientale DI Napoli -MO.MI. il Rotary International Club Ottaviano e altri soggetti privati.