In vista dell’annunciato riavvio dell’attività produttiva dell’FCA di Melfi, abbiamo interrogato il Presidente della Giunta Regionale per conoscere le misure di prevenzione previste a tutela dei lavoratori, con particolare riferimento alla riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico. A partire da lunedì 27 aprile, infatti, sembra che una media di settecento lavoratori al giorno rientrerà al lavoro e una buona parte di questi ultimi raggiungerà lo stabilimento utilizzando i mezzi del trasporto pubblico. Il timore è che il viaggio in autobus possa tramutarsi in vettore di contagio al Covid-19, qualora non venissero adottate tutte le garanzie e specifiche precauzioni. Sappiamo, infatti, che alcuni lavoratori impiegano anche fino a quattro ore di viaggio per raggiungere il proprio posto di lavoro e che trascorrere un così lungo lasso di tempo in un mezzo chiuso e condiviso tra più persone potrebbe aumentare il rischio di propagazione del virus e, dunque, di contagio, pur mantenendo la distanza prevista. Un solo caso di positività al Covid-19, in queste circostanze, potrebbe costituire un potente fattore di rischio per tutti i passeggeri e lavoratori. Pertanto, perché le attività riproduttive ripartano, è indispensabile assicurarsi che sia garantito il più alto livello di tutela per tutti i lavoratori. Da quanto emerge dalla linee guida della bozza del Decreto Ministeriale dei Trasporti, la mobilità della cosiddetta “Fase 2” avverrà nel segno del distanziamento. Sembrerebbe che sugli autobus del Trasporto Pubblico Locale (TPL) dovrà essere assicurata la distanza di un metro tra i passeggeri. Non sarà più possibile, inoltre, sorreggersi ai corrimano restando in piedi, ma a bordo si dovrà stare seduti indossando la mascherina. I posti saranno opportunamente distanziati così come i passeggeri saliranno, usando le porte posteriori e centrali, con tempi idonei di salita e discesa per evitare il contatto tra i passeggeri. Le stesse ditte TPL dovranno mettere a disposizione dei lavoratori autobus idonei, affinché i passeggeri possano rispettare, realmente, un congruo distanziamento. Allo stesso modo, le aziende del TPL saranno invitate a fornire ai propri lavoratori (e in particolare agli autisti) i dispositivi di sicurezza anti-contagio Covid-19 (mascherine, alcool, disinfettanti per la sanificazione delle superfici, ecc.). Crediamo, inoltre, che il rilevamento della temperatura corporea prima dell’ingresso sul veicolo potrebbe costituire un’ulteriore forma di prevenzione nei confronti dei lavoratori, autisti e passeggeri compresi. Siamo convinti del fatto che la Fase 2 richiederà un supplemento di precauzione e controllo: non possiamo permetterci errori. Riprendere i lavori in FCA costituisce una vera e propria sfida per la nostra regione, per la salvaguardia della salute delle migliaia di operai che vi lavorano, per la tenuta del sistema sanitario e per la sicurezza dei trasporti. Siamo persuasi del fatto che il lavoro non debba mai confliggere con la tutela della salute. Pertanto, chiediamo al Presidente Vito Bardi se sia stata prevista o meno la possibilità di rilevare la temperatura corporea di tutti i lavoratori, prima dell’ingresso sul mezzo di trasporto, così da rafforzare precauzioni e tutele nei confronti degli autisti e di tutti gli altri passeggeri. Chiediamo, poi, in che modo la Regione intenda riorganizzare l’intero apparato relativo al servizio di Trasporto pubblico di pari passo con la ripresa dell’attività produttiva FCA, specificando l’assoluta necessità che il tutto avvenga quanto prima e nel pieno rispetto delle misure di contrasto al Covid-19. Inoltre, auspichiamo e sollecitiamo una reale e concreta collaborazione tra la regione Basilicata, le altre regioni di provenienza dei lavoratori, in particolare Puglia e Campania, e l’FCA stessa per individuare misure e strumenti idonei a ridurre il più possibile il rischio di contagio.
FCA riparte: chiediamo tutele per tutti i lavoratori
Carmela Carlucci, Gianni Leggieri, Giovanni Perrino.
Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Basilicata.