L’immagine del manifesto mostra la prua di una imbarcazione che solca le onde: è la nave che traghetta l’umanità attraverso il suo tempo. Un’arca, che è metafora del pianeta, che ospita su di sé tutti gli esseri che vi nascono e vi dimorano. Documentario dedicato allo sviluppo economico del mondo attuale, tra informatizzazione del lavoro, movimenti migratori e ridistribuzione di ricchezza e povertà, In the same boat, firmato da Rudy Gnutti – cineasta e musicista italiano che opera in Catalogna da diversi anni – al suo arrivo nelle sale spagnole è stato accolto da un’entusiastico consenso di pubblico e di critica. Di recentissima uscita anche in Italia per la casa di distribuzione Mescalito Film il 21 febbraio 2019, viene programmato al Teatro Galleria Toledo, nella rassegna Incontri d’Autore, lunedì 25 febbraio alle ore 20,30.
Quanto l’automazione non si stia rivelando di aiuto per la società, come profetizzato dall”economista John M. Keynes, ma stia invece inasprendo le disparità di trattamento nel mondo del lavoro e come di conseguenza la disuguaglianza sociale sia divenuta più radicale e esasperata; cosa determina il fenomeno della migrazione; secondo quali dinamiche la maggior parte della ricchezza del pianeta – il prodotto interno lordo mondiale – si è andata a concentrare nelle mani di una ristrettissima minoranza. Sono tutti quesiti a cui filosofi e storici, economisti, politici e sociologi, scienziati e informatici provano a offrire spiegazione. Tra gli intervistati Sir Tony Atkinson, Mariana Mazzuccato, Serge Latouche e ancora Mauro Gallegati, Erik Brynjolffson, Rutger Bregman, fino all’ex presidente dell’Uruguay Jose Mujica, tra gli altri; tutte eminenti voci – sopra tutte quella del compianto filosofo polacco Zygmunt Bauman – che analizzano e contribuiscono a identificare gli elementi chiave con cui la società umana sta affrontando il passaggio critico da un millennio all’altro, attraverso tempi caratterizzati da radicali trasformazioni politiche e estrema disparità economica e sociale.
“In the same boat è un film documentario in cui alcuni tra i più autorevoli studiosi internazionali (Zygmunt Bauman, Tony Atkinson, Serge Latouche, Erik Brynjolfsson, Mariana Mazzucato, Pepe Mujica e altri) si interrogano sulle grandi trasformazioni (globalizzazione, progresso tecnico, avvento della robotica, immigrazione) in atto nelle economie avanzate e sull’impatto che tali trasformazioni potranno avere sul mercato del lavoro, sulla distribuzione del reddito e sui sistemi di sicurezza sociale. In the Same Boat racconta di come l’umanità – che viaggia su una stessa barca, per l’appunto – stia attraversando una fase critica e le risposte che darà ad alcune domande fondamentali la porteranno ad un cambiamento radicale. Le nuove tecnologie potrebbero essere la chiave per vivere in un mondo migliore e più giusto ma se non ridirigiamo il timone di questo vascello, il futuro potrebbe essere minaccioso. E poi c’è un’altra questione fondamentale, come sostiene Bauman, da tenere a conto: se anche a livello mondiale riuscissimo a riorganizzarci e a far sì che le nostre vite non ruotino tutte attorno alla produzione, se riuscissimo insomma a rallentare il motore della nostra barca, poi… che cosa faremo? Saremo in grado di stare senza fare niente?
Le risposte e i punti di vista qui si dividono. Da un lato c’è chi pensa che stabilire un salario universale minimo garantito e avere più tempo libero, rallenterebbe l’economia, salverebbe il pianeta dall’autodistruzione e ci consentirebbe di esprimerci al meglio come essere umani e dall’altra chi invece crede – come Mujica – che senza prima un cambiamento culturale, educativo e personale trovare una nuova rotta sarà veramente complicato.
Il nostro è un mondo che vive di enormi paradossi. Siamo capaci di costruire ed ammassare enormi ricchezze, ma non sappiamo ridistribuirle al maggior numero di persone possibile. Alcuni buttano e gettano schifati, altri muoiono senza nemmeno i rifiuti da mangiare. Eppure siamo all’alba di un nuovo mondo, un mondo dove mancherà il lavoro, un mondo che, se non saremo stati noi a rendere meno disuguale, segnerà sempre più profondi confini tra chi ha e chi non ha. Siamo di fronte ad una opportunità unica. Possiamo cambiare rotta. Sarebbe un bene per tutti. In fondo siamo sulla stessa barca, e l’unica rotta tracciata è quella di un reddito universale.
Nell’opera del regista Rudy Gnutti, intitolata appunto In the same boat, i maggiori pensatori ed economisti dei nostri tempi si interrogano sul futuro dell’umanità in un mondo senza lavoro.”