di LAURA BERCIOUX
La cronaca di questi giorni racconta la tragica morte di Loris. A soli 8 anni perde la vita per mano di un brutale assassino. Le piste sono tutte aperte. Si indaga sulla figura della madre. Resta il fatto che, negli ultimi giorni, fra infanticidio e bambini, il tema è balzato sulle prime pagine dei giornali.
“La tragica morte del piccolo Loris – spiega Carmela Abbruzzo, psicologa e psicoterapeuta, è Presidente AIPPC Sicilia – spinge tutti noi a riflettere su quello che è uno dei compiti ineludibili di ogni genitore: vigilare sui propri figli e questo, per noi adulti, significa innanzitutto avere il tempo di stare con loro senza lasciarci travolgere dal ritmo frenetico della vita quotidiana. Poter rallentare è necessario se vogliamo proteggere i nostri figli affrontando insieme a loro anche tematiche che di certo non possiamo ignorare per timore o imbarazzo come il rischio e il pericolo di un abuso”.
Pare che il bambino conoscesse il suo assassino
Secondo lei si parla abbastanza di pedofilia ai minori e quali sono le modalità di approccio a questo argomento?
“Il compito educativo di noi adulti è quello di aiutare i nostri bambini a crescere ottimisti e coraggiosi e non paurosi e sospettosi. Tuttavia, senza creare un clima di paura, dobbiamo anche salvaguardarli da esperienze che possono essere molto sgradevoli. La chiarezza è sicuramente il metodo migliore. Raccomandare a nostro figlio, che magari va a scuola da solo, di non parlare con gli estranei o di non salire sull’auto di persone che non conosce o che non conosce bene, anche se gli viene offerto un passaggio a casa, di non accettare regali, di non allontanarsi dal gruppo quando gioca non è mai superfluo. Possiamo allearci poi con il senso del pudore che si sviluppa naturalmente in loro già a 3-4 anni e spiegare che alcune parti del corpo si tengono riparate e che le zone più intime possono essere sfiorate soltanto dal genitore quando lo lava o dal medico quando deve visitare e se questo dovesse capitare con qualcun altro va raccontato, senza timore, a mamma e papà. Con i più grandi può essere utile aggiungere, oltre alle regole, anche il perché è bene seguirle e con molta serenità e calma spiegare che ci possono essere delle persone malate che cercano di fare del male e dato che ci può essere qualcuno che può aiutarle è importante dirlo ai genitori. Non dimentichiamoci, comunque, che i bambini hanno buone capacità per comprendere che se una persona del genere si avvicina è bene evitarla ma è importante sottolineare loro che se notano qualcuno che si comporta in maniera strana sono autorizzati a parlarne con i genitori. Purtroppo non è raro che i molestatori siano conoscenti o parenti, per cui è sempre una buona azione preventiva osservare i nostri figli nelle loro relazioni con gli altri e sapere sempre dove vanno, con chi vanno, in quale casa e con quali persone stando attenti però a non commettere l’errore di convincerli che anche i luoghi familiari possono essere pericolosi e che tutti gli adulti sono dei potenziali aggressori. Si creerebbe un clima di diffidenza e di allarme eccessivo rischiando di creare delle paure immotivate soprattutto nei bambini più sensibili”.
Con il suo gruppo un progetto sull’educazione sessuale: a chi è rivolto?
“Si tratta del progetto “Uomini e donne in armonia” ed è rivolto ai genitori ed insegnanti di un Istituto comprensivo di Pioppo. E’ un progetto che si propone di affrontare tematiche relazionali, educative, sessuali e giuridiche partendo dalla concreta difficoltà quotidiana delle famiglie e delle scuole al fine di costruire un alleanza educativa per il bene delle generazioni presenti e future”.
Loris che rimane in casa (vivo)? e la madre che accompagna il piccolo alla ludoteca, quant’analogia col delitto di Cogne…