Sono passati trent’anni dall’assassinio di Giancarlo Siani: era il 23 settembre 1985. Fu assassinato sotto casa – aveva compiuto 26 anni pochi giorni prima – per sue coraggiose inchieste sulla camorra e a causa della indifferenza di chi preferiva girarsi dall’altra parte e fare affari con la camorra e il malaffare. In sostanza, fu lasciato solo come tutti quelli che raccontano verità spesso scomode. L’associazione che porta il suo nome, sostenuta dal fratello Paolo, quest’anno ha programmato tante iniziative non solo per ricordare la memoria e il sacrificio di Giancarlo, ma anche per ”illuminare” i giovani cronisti che hanno raccolto quel testimone e continuano ad operare nelle terre di frontiera. Si è pensato di utilizzare questa triste ricorrenza per dare spazio e voce alle denunce e alle inchieste dei cronisti impegnati a contrastare tutte le mafie.
Alcuni di loro, d’altra parte, da tempo sono costretti a vivere sotto scorta perché hanno illuminato quello che avrebbe dovuto restare oscuro. Il modo migliore per non lasciarli soli é proprio quello di fornire loro la ”scorta mediatica”, di non farli sentire soli, di riprendere le loro denunce, di amplificare le loro inchieste, di ripubblicarle su siti e blog, di farle diventare una sorta di inchiesta a firma popolare. Noi della Scuola di Legalità “don Peppe Diana” abbiamo aderito all’iniziativa assieme ad un gruppo di giovani di Scampia con cui presto inizieremo a collaborare fattivamente al loro giornale anticamorra. Ancora una volta esorto tutti noi a non dimenticare chi si è sacrificato per la legalità.
NON DOBBIAMO DIMENTICARLI MAI !