“Se molte aziende italiane sono in crisi lo si deve alla pandemia. Sono dell’opinione che gli imprenditori non debbano licenziare, a prescindere dalla proroga o meno del blocco dei licenziamenti. Bisogna stringere i denti e attendere la ripresa. È vero anche, però, che lo Stato deve dare una mano alle aziende. Devono arrivare subito le risorse per i ristori e per sopperire alla perdita di fatturato”. Non ha dubbi sulla strada da imboccare Gianni Lettieri, patron di Atitech, azienda leader in Europa nella manutenzione di aeromobili, già presidente dell’Unione Industriali di Napoli, che in queste ore è intervenuto su due dei temi più sentiti dall’opinione pubblica ed ampiamente dibattuti in Parlamento in occasione della formazione del nuovo governo: occupazione e ripartenza. Il presidente dell’MRO (Maintenance, repair and overhaul) con base a Capodichino (Na) ha preso parte recentemente in diretta anche alla trasmissione radiofonica “Barba&Capelli”, condotta da Corrado Gabriele sulle frequenze di CRC, ribadendo il concetto.
Presidente Lettieri, cosa manca all’Italia per rimettersi in carreggiata?
“In Germania, nazione che è il nostro primo concorrente nel settore manifatturiero, i ristori arrivano ad horas, il che consente alle imprese di ripartire subito, a beneficio del paese intero. Da noi si è già perso troppo tempo. Il nuovo governo faccia tutto quanto necessario per mettere a disposizione delle imprese gli strumenti necessari per ripartire”.
Che pensa delle dichiarazioni del vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, rispetto al fatto che lo Stato debba prorogare il blocco dei licenziamenti per quelle aziende che hanno sospeso o interrotto del tutto le proprie attività per effetto di Dpcm o scelte dello Stato?
“Sono d’accordo con il vicepresidente Stirpe. Anzi, credo che serva un atto di coraggio da parte degli imprenditori italiani, che hanno il dovere di tutelare i propri lavoratori in un momento di emergenza come questo, al di là del blocco”.
Cosa serve per far ripartire il mercato del lavoro?
“Il mercato del lavoro non ripartirà se non cresce il Pil. Occorre dunque essere cauti finché c’è questa situazione di pandemia in giro. Una crisi che non colpisce soltanto Napoli ma anche città più ricche come Milano, dove in fila alla Caritas ci sono donne con bambini che prima erano impiegate e che ora si ritrovano in uno stato di indigenza perché non possono più beneficiare della Cassa integrazione”.
Come si esce allora dall’impasse?
“Occorre lavorare tutti insieme. Credo che il presidente Draghi sia una fortuna per l’Italia. Onestamente, negli ultimi due anni abbiamo avuto momenti imbarazzanti da parte del governo, con poca credibilità ”.
Cosa pensa invece del Recovey Fund?
“Che è un’occasione unica per il Paese, bisogna tener presente che gli importi del Recovery Fund sono di gran lunga superiori a quelli del Piano Marshall, che ha salvato l’Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di fondi che bisogna sapere utilizzare e sotto questo aspetto Draghi è una sicurezza. Ha una autorevolezza internazionale e un prestigio che gli consentirà di affrontare al meglio, anche nel nostro Parlamento, le sfide e gli argomenti spinosi che si presenteranno già dai prossimi giorni”.