Hermann Nitsch, artista austriaco, divenne famoso nel mondo, durante gli anni 70 grazie al “Teatro delle Orge e dei Misteri”, una messa in scena di rituali parareligiosi dove “protagonisti” erano animali squartati di fronte al pubblico. Questa volta, Nitsch, li porta già morti in scena e dovrebbe fare tappa a Palermo con la sua rassegna “Das Orgien Mystherien Theater”, programmata allo spazio espositivo dei Cantieri Culturali della Zisa, ZAC, dal 10 luglio al 20 settembre. Dico dovrebbe perché la sua mostra ha scatenato gli animalisti che stanno cercando i fermare questa mostra già in cartellone. Il motivo e’ per il tipo di mostra che non va giù a bene 54mila persone che hanno sottoscritto la petizione contro Hermann Nitsch. L’artista viennese, tra i più ricercati in Austria cosa fa durante la sua esibizione? Utilizza cadaveri di animali che si trasformano in strumenti per riti ancestrali e sfatare tabù primordiali e ancestrali. Così si racconta il lavoro di questo artista che utilizza corpi di animali mutilati e crocifissi. Carcasse squartate davanti al pubblico.
Sangue sulle pareti. Queste motivazioni “artistiche o giustificazioni” non hanno convinto gli animalisti lanciando così l’appello al Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, richiamando la Dichiarazione universale dei diritti degli animali dell’Unesco.La richiesta è decisa sul fatto che vogliono che si annulli l’evento dell’artista viennese. La richiesta fatta direttamente al sindaco di Palermo Leoluca Orlando è chiara: annullare l’evento. Cosa dice la Dichiarazione dell’Unesco del 1978 nell’articolo 10? “Le esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano gli animali sono incompatibili con la dignità dell’animale”. Hermann Nitsch a questa petizione si difende affermando che nelle sue performance sono utilizzate solo carcasse di animali già mort e il suo scopo è quello di entrare nel subconscio del singolo colpendolo con immagini di animali sanguinanti e sacrificati in croce, ebbrezza, nudità e sangue. Ovviamente non è la prima volta che accade “una rivolta” per le esibizioni dell’artista Nitsch. E’ successo anche in Messico, al Museo di Città del Messico, Jumez: anche lì un’altra petizione sul web. Le scene che mostrerebbe Nitsch sarebbero troppo forti, e i palermitani nella petizione dicono “No agli ‘artisti’ creatori dello stesso male su cui vogliono fare riflettere”.