I lavoratori della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli, riuniti in assemblea per discutere della riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che prenderà il via il 1 gennaio 2015, evidenziano che con tale riorganizzazione viene soppressa, dopo 200 anni dalla sua istituzione, la Soprintendenza partenopea, punto di riferimento
per gli studiosi e le istituzioni culturali di tutto il mondo.
La riforma vedrà concentrate solo a Salerno tutte le competenze decisionali, gestionali e amministrative per l’archeologia della Campania. Ciò provocherà di fatto disagi nell’espletamento degli atti di competenza e difficoltà nella tutela del territorio, nel quale, ricordano i lavoratori, sono presenti eccellenze quali il centro antico di Napoli, i Campi Flegrei e l’area Nolana. Coloro che saranno maggiormente danneggiati saranno i cittadini, le istituzioni e le attività imprenditoriali, poiché, inevitabilmente, si allungheranno i tempi tecnici per l’espletamento delle pratiche anche di quelle in relazione con le grandi infrastrutture in corso di realizzazione e di quelle che dovranno essere realizzate nell’ambito territoriale della neonata città metropolitana.
Resta oscuro, inoltre, il futuro degli stessi dipendenti che, a pochi giorni dalla partenza della riforma, non conoscono la futura organizzazione del lavoro con gravi ripercussioni e incertezze sui tanti, importanti lavori attualmente in corso.
Infine, i lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno chiesto un incontro urgente al Sindaco di Napoli e alle istituzioni per esaminare le problematiche connesse con l’avvio della riforma.